Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase: “La recessione è un esito probabile”

Jamie Dimon, presidente e CEO di JPMorgan Chase ha le idee molto chiare. Alla domanda se si aspetta personalmente una recessione, lui ha risposto: “Per ora mi affido ai miei economisti, ma penso che sia un esito probabile”. C’è poco da scherzare se uno come Jamie Dimon propone queste previsioni. Probabilmente, la scelta che ha fatto Trump di sospendere per tre mesi i dazi, è stata anche stimolata da posizioni autorevoli come questa. “Se volete calmare i mercati e mostrare progressi in questi ambiti, allora lasciate che Scott Bessent si prenda il tempo necessario. Gli accordi commerciali sono molto ampi e complessi. Non si possono concludere dall’oggi al domani, ma è fondamentale che ci siano team che ci lavorino per farli funzionare”. In questa intervista “ha inoltre messo in guardia contro le guerre commerciali, sostenendo che i paesi e le aziende si trovano ora di fronte a scelte a breve e lungo termine”.

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La Provincia autonoma di Trento approva le modifiche per il terzo mandato del presidente

Se Vincenzo De Luca fosse stato presidente della Provincia autonoma di Trento avrebbe potuto ambire al terzo mandato. Infatti, come si legge sul Fatto Quotidiano “la Provincia autonoma di Trento approva una modifica di legge che innalza a tre il numero di legislature possibili per il presidente”. La cosa curiosa, si fa per dire, è che la Lega ha potuto approvare queste modifiche grazie al voto di due consiglieri di Fratelli d’Italia che hanno votato in contrasto con la linea del partito. Vince dunque la Lega, e soprattutto Maurizio Fugatti che potrà correre così alle prossime elezioni per il suo terzo mandato. La prima volta venne eletto nel 2018 e la seconda nel 2023. Da notare che proprio ieri, a Roma, la Consulta ha valutato incostituzionale la legge della Regione Campania sulla possibilità di arrivare al terzo mandato. Per leggere l’articolo del Fatto Quotidiano cliccare al link qua sotto.

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Il mondo si chiede: Trump ci sei o ci fai? Metodo o pazzia? O c’è altro? Iran e Cina sono negli incubi di Putin

Il mondo si chiede: Trump ci sei o ci fai? Metodo o pazzia? O c’è altro? Iran e Cina sono negli incubi di Putin.

Il mondo si chiede: è metodo o pazzia?

Intanto U.S.A. e Russia scambiano prigionieri

L’Europa vara i dazi al 25% ma li sospende per tre mesi, come hanno fatto gli Stati Uniti

L’Unione europea ha introdotto dei dazi al 25% su una serie di prodotti che arrivano dall’America. La votazione è avvenuta quasi all’unanimità, contraria ovviamente l’Ungheria di Orbán. L’Italia ha votato a favore, ufficializzando la frattura nel governo e nella maggioranza con la Lega. La procedura utilizzata per arrivare all’introduzione di questi dazi è la cosiddetta procedura di Comitatologia che coinvolge i rappresentanti dei Paesi membri nel dare parere formale su atti della Commissione europea. In questo articolo su Blitz Quotidiano si legge che “i dazi europei saranno riscossi in tre fasi per un valore totale stimato in 20,9 miliardi di euro. Questa struttura scaglionata ha lo scopo di bilanciare la pressione sulle importazioni statunitensi e offrire margine per eventuali negoziati futuri”. La reazione alla sospensione americana dei dazi per tre mesi, ha provocato la contro-sospensione europea anch’essa di tre mesi. La sospensione dei dazi Usa non vale per la Cina.

BlitzQuotidiano

La Cina consiglia ai propri cittadini “di valutare attentamente i rischi di viaggiare negli Stati Uniti”

La guerra dei dazi scatenata da Trump ha convinto la Cina ad una risposta dura. Il Dragone non si è fatto trovare impreparato. È stata convocata una task force e poi sono stati introdotti i contro dazi.  Per adesso siamo arrivati all’84% . Ma c’è pure altro. Infatti, come si legge in questo articolo del Fatto Quotidiano, “il governo cinese ha diffuso un alert per i turisti cinesi che intendono recarsi negli Stati Uniti: ‘Alla luce del peggioramento delle relazioni commerciali tra Cina e Stati Uniti e delle preoccupazioni della sicurezza in America, il ministero della Cultura e del Turismo consiglia ai cittadini cinesi di valutare attentamente i rischi di viaggiare negli Stati Uniti e di procedere con cautela’ si legge nell’avviso”. Anche questo è un altro segnale di una situazione che sta precipitando tra i due Imperi. A questo punto vedremo se anche gli Stati Uniti prenderanno la medesima iniziativa con i propri cittadini.

ilFattoQuotidiano

La Cina impone dazi all’84%

Donald Trump è convinto che anche la Cina  arriverà poi a chiedere una negoziazione sui dazi. Sarà pure come dice lui, per adesso però il Dragone non sembra tremare: infatti hanno imposto controdazi all’80% in risposta a quelli americani. Si passa da un primo 34% ad un 80% che entrerà in vigore dal 10 aprile. “L’escalation tariffaria a catena minaccia di schiacciare il commercio tra le due maggiori economie mondiali. Secondo l’Ufficio per il Commercio degli Stati Untiti, nel 2024 gli Stati Uniti hanno esportato merci in Cina per 143,5 miliardi di dollari, importandone invece per un valore di 438,9 miliardi di dollari”. Numeri importanti che, se la situazione dei dazi non cambierà, difficilmente saranno confermati nel 2025. I due grandi Imperi si stanno sfidando, per adesso a livello economico e finanziario. Un gran bel problema, ma sempre meglio di un conflitto bellico.

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Trump, il suo deretano da baciare e la Cina che non si fa trovare impreparata

Trump lo sappiamo, parla come parlano i bulli. “Tutti mi chiamano per baciarmi il c…” ha detto. E cosa ci vogliamo fare, dichiariamo guerra agli Stati Uniti? E vabbè. Il punto politico però c’è tutto. Come si legge in questo articolo pubblicato su Blitz Quotidiano a firma di Gianluca Pace, “ha preso di mira anche ‘alcuni ribelli repubblicani che vogliono mettersi in mostra’, contrari alla sua gestione dei negoziati commerciali: ‘Lasciate che ve lo dica, voi non negoziate come negozio io’, ha avvertito. Ha rilanciato la sua linea dura verso le multinazionali, come TSMC: ‘Se non costruiranno il loro impianto qui, pagheranno tasse fino al 100%. E ha annunciato nuovi dazi in arrivo: ‘Presto imporremo tariffe suo prodotti farmaceutici’, dichiarando di voler riportare la produzione negli USA”. È certo che il Presidente americano non gode di una dialettica ricercata ed eloquente, ma è altrettanto vero che i suoi messaggi arrivano, forti e chiari.

BlitzQuotidiano

Dazi contro la Cina, Apple azioni in picchiata, perdono il 20%

La politica commerciale dei dazi americana sta rimodellando l’economia del mondo. Soprattutto quelli contro la Cina iniziano a produrre i loro primi effetti. Ad esempio le azioni di Apple, che assembla il suo iPhone proprio in Cina, sono crollate del 20%. Un guaio serio per Cupertino, che a questo punto dovrà capire se produrre in Cina è ancora un vantaggio per lei. Sul Fatto Quotidiano si legge che “secondo alcuni media Apple avrebbe spedito aerei carichi di iPhone dall’India e dalla Cina prima dell’entrata in vigore delle tariffe, assicurandosi una certa disponibilità di smartphones. L’amministratore delegato Tim Cook, starebbe cercando di ottenere delle esenzioni dai dazi. La Casa Bianca però preme perché la catena produttiva dei cellulari venga spostata negli Usa. Il Segretario al Commercio Howard Lutnick, il principale fautore dei dazi nell’entourage presidenziale, ha sottolineato come un rimpatrio della produzione creerebbe milioni di posti di lavoro”

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Gaffes e lodi: Meloni inclusa fra quelli che vogliono baciare il c… a Trump? Evviva re Carlo che parla italiano!

Gaffes transoceaniche: c’è anche Meloni fra quei tutti che vogliono baciare il c… a Trump?

Trump: “Tutti mi chiamano per baciarmi il c…”. Ai repubblicani: “Chiudete gli occhi e votate”. Alla Cina: “A un certo punto farà un accordo”

“Dazi e armi, la lite è continua: Meloni vola da Trump. Per voi un po’ di valeriana per Pasqua, 25 aprile e 1 maggio”

Salvini: “Baciare il c… a Trump? L’immagine è abbastanza disgustosa”

Ray Dalio, the billionaire founder of Bridgewater Associates, Sees Once-a-Lifetime Collapse in Economic, Political Order

Among the drivers of Trump’s tariff policies are too much existing debt and the rapid rate at which new borrowing is added, the US is hooked on using debt to finance excessive spending, while creditor countries like China are addicted to selling goods to borrower countries like the US.

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Il Dipartimento della Difesa americano starebbe pensando di ritirare 10.000 soldati dall’Europa orientale

Il Dipartimento della Difesa americano starebbe valutando la possibilità di ritirare 10.000 soldati dall’Europa orientale. Lo si legge su Italia Oggi in base ad una notizia della Nbc News. “Le unità in esame fanno parte dei 20.000 uomini che l’amministrazione Biden ha schierato nel 2022 per rafforzare le difese dei paesi confinanti con l’Ucraina dopo l’invasione russa. I numeri sono ancora in fase di discussione, ma la proposta potrebbe comportare la rimozione di fino a metà delle forze inviate da Biden”. Una decisione, che se verrà presa, darebbe conferma del disimpegno americano, ormai evidente, in questa parte del mondo. Una scelta che altresì metterebbe in difficoltà l’Unione europea, ancora non pronta per ricoprire un ruolo difensivo comune. L’attuale faticoso percorso per il riarmo non riguarda infatti un esercito comune europeo, ma il singolo riarmo dei vari Stati, almeno per quelli che lo faranno.

ItaliaOggi