‘La Locandina’ di Blitz Quotidiano consiglia Wall Street di Oliver Stone

‘La Locandina’ di Blitz Quotidiano consiglia Wall Street per la regia di Oliver Stone. Forse uno dei film più iconici degli anni ’80. Giuseppe Avico, scrive nella sua recensione che “Bud Fox (Charlie Sheen) è un giovane broker a caccia del successo. Riesce poi a entrare in contatto con il suo idolo, ovvero Gordon Gekko (Michael Douglas), un autentico squalo della finanza senza scrupoli. Tra i due si instaura presto un rapporto nel quale Gekko vesta i panni del mentore per il giovane Bud, allievo in principio accomodante e devoto. La loro collaborazione conduce entrambi sulla strada del successo, lungo il quale,  però, Bud inizia lentamente ad aprire gli occhi sulle personalità di Gekko e sulla sua spietatezza. Lo scontro tra i due sarà inevitabile”. Tra dazi, controdazi, speculazioni varie ed alta finanza è un film da vedere o rivedere. Tutta la recensione di Avico al link qua sotto.

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La presidente Meloni e la missione negli Stati Uniti

Tra pochi giorni la presidente Meloni partirà per gli Stati Uniti dove incontrerà il presidente Trump. Le polemiche su questo appuntamento si sommano una sull’altra. “Quali sono gli obbiettivi che si vorrebbero raggiungere non è dato saperlo ufficialmente. Bocche cucite a Palazzo Chigi”, scrive Bruno Tucci su Blitz Quotidiano. “Forse nemmeno i più stretti collaboratori del presidente sanno che cosa ha in animo di raggiungere nel corso del colloquio con Trump. Si tratterà di dazi naturalmente, di arrivare a quello ‘zero a zero’ che la stessa Meloni ha fatto capire con una battuta ad una folla di giornalisti che la circondavano. Non è escluso però che la premier  si limiti a parlare solo di queste maledette tasse che hanno messo in allarme il mondo intero. Forse potrà chiedere qualcosa di più a Donald”. Vedremo come andrà a finire. La speranza è che arrivi qualcosa di buono per l’Europa. Per leggere tutto l’articolo cliccare nel link qua sotto.

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Una settimana di notizie. Dazi, controdazi e dietrofront: ma dove stanno andando gli Stati Uniti d’America?

Dazi, controdazi e dietrofront: ma dove stanno andando gli Stati Uniti d’America?

Jack Kerouac: “Dove vai, tu, America, la notte, nella tua macchina scintillante?

Henry Miller: “Non esiste l’America. È un nome che si dà a un’idea astratta.”

Trump: “Stop di 90 giorni sui dazi”. Da “mi baciano il c…” alla retromarcia, la giornata di un Presidente

Il mondo si chiede: è metodo o pazzia?

 

La Meloni volerà alla Casa Bianca.

Meloni da Trump, sarà Pasqua di resurrezione anche per l’Europa? Ecco tutte le incognite

Renzi: “La Meloni dice di voler essere il ponte con Trump, non ha capito che lui conosce solo il linguaggio della forza”

Il vicepremier Tajani: “Europa unita nel trattare, obiettivo azzerare i dazi. Non ci sono falchi”

Salvini: “No a guerre commerciali. Chi pensa di rispondere ai dazi con contro-dazi fa il male dell’Italia”

 

La Lega a Congresso riconferma Matteo Salvini Segretario.

Salvini vuole tornare al Viminale? Porte chiuse da Fdi, Forza Italia e pure Lupi: “Si occupi del Ponte”

Barelli (Forza Italia) sulle mire di Salvini sul Viminale: “Gli auspici non sono la realtà”

La piazza del Movimento Cinque Stelle.

Giuseppe Conte: “Il M5s si è aperto a chi era lontano. Ora il progetto per governare”

 

Libera informazione a rischio in Italia?

 

Fugatti come De Luca: a Trento via libera ai tre mandati per il presidente. Fdi in frantumi

Campania, dopo la Consulta nel centrosinistra si ragiona su Fico. Ma De Luca può alzare la posta

Regionali in Veneto, con lo stop a Zaia nel centrodestra è tutti contro tutti

 

Sondaggi della settimana, siamo sempre dove eravamo.

Fratelli d’Italia 29,1% (=) Partito Democratico 22,5% (+0,3) Movimento 5 Stelle 11,4% (-0,1) Forza Italia 9,4% (+0,3) Lega 8,6% (-0,2) Verdi e Sinistra 6,5% (-0,2) Azione 3,3% (+0,1) Italia Viva 2,5% (-0,2) +Europa 2,1% (+0,2) Noi Moderati 1,1% (-0,1)

 

USA vs IRAN, potrebbe aprirsi un nuovo fronte di guerra?

Gli USA a diretto colloquio sul nucleare con l’Iran, lo dice Trump

La guerra fra USA e Iran non è stata mai così vicina – eTehran non si piegherà mai davanti a Trump, avverte un ex ambasciatore inglese.

Il Pentagono si prepara per il caso in cui Trump impazzisca

Usa, il Pentagono valuta il ritiro di 10.000 soldati dall’Europa dell’Est

 

Cerchio magico di Trump, qualcosa si muove, contro di lui.

Cresce l’opposizione dei conservatori alla Camera USA contro Trump

Il think tank conservatore: “Sbagliata la formula per calcolare i dazi reciproci, sono gonfiati di quattro volte”

Il Washington Post: “Musk ha chiesto a Trump di revocare i dazi”. Ma il presidente Usa tira dritto

Trump su Gaza: “Non so perché Israele l’abbia data ai palestinesi, è la terra più pericolosa al mondo”

 

Dazi e controdazi.

Dazi, borse asiatiche a picco. Le europee in calo. Milano crolla ancora

Borse sull’ottovolante Ancora giù le borse, tonfo di Wall Street in apertura: -3%. La Casa Bianca smentisce la possibile sospensione temporanea dei dazi

Dopo i dazi Bankitalia taglia le stime del Pil: nel 2025 solo +0,6%, poi potrebbe peggiorare

Venerdì nero per le borse in tutto il mondo: Milano a -6,5%

 

Dazi, Borse in profondo rosso: dal 1929 in poi, i crolli del secolo

 

Usa vs Cina, la vera partita si gioca tra di loro: tutti gli altri fanno da contorno o desser.

Trump: “Tutti mi chiamano per baciarmi il c…”. Ai repubblicani: “Chiudete gli occhi e votate”. Alla Cina: “A un certo punto farà un accordo”

 Controdazi della Cina al 34%. Fed: “Impatto più alto del previsto, rischi per l’occupazione”

China slaps 84% retaliatory tariffs on U.S. goods in response to Trump

E ora la Cina sconsiglia a studenti e turisti di recarsi negli Stati Uniti

La Cina controbatte con i dazi sul beni importati dagli Usa

 

 

Prepariamoci alla recessione, lo dice anche Powell: sui dazi una pressione fiscale al 50,6%.

Powell della Fed: tariffe superiori al previsto vuol dire inflazione più alta e meno sviluppo

I dazi sui jeans mettono in ginocchio il Lesotho

“I dazi ci porteranno in recessione. È la decisione più idiota che abbia mai preso un presidente americano”

Il segretario del Commercio USA: “Trump non farà marcia indietro sui dazi”

Quanto ci costano i dazi Usa: per le famiglie italiane la tassa Trump vale 160 euro l’anno

 

Musk contro i dazi: pubblica video di Friedman sul libero mercato. E finisce sotto attacco

 

La storia si ripete. Nella primavera del 1930, più di 1,000 economisti americani scrissero al  Presidente Herbert Hoover perché mettesse il veto alla legge sui dazi. Sarebbe stato un errore che avrebbe danneggiato l’economia durante un periodo di recessione.

I dazi di Trump rievocano lo spettro dello Smoot-Hawley Act, avvio della Grande Depressione

La Borsa perderà l’80% ‘quando tutto questo sarà finito,’ dice l’investitore miliardario Mark Spitznagel

Jamie Dimon warns recession is now ‘a likely outcome’ for US economy

Ray Dalio, the billionaire founder of Bridgewater Associates, Sees Once-a-Lifetime Collapse in Economic, Political Order

 

L’Europa alla prova dei dazi.

L’Ue sospende per 90 giorni i dazi con gli Usa. Il portavoce Gill: “Abbiamo premuto il tasto pausa”

Cos’è il “bazooka europeo”, quali prodotti Usa potrebbe colpire con i dazi e da quando

 

ReArm Eu: ecco il testo approvato dal governo italiano

Dall’Ue via libera ai contro-dazi del 25%, Ungheria unica contraria

L’Ue studia una web tax, von der Leyen: tariffe zero su beni industriali. Tajani: primi dazi il 15 aprile

Per l’Unione europea la web tax sulle big tech è possibile

Minnesota proposal would impose tax on social media platforms based on number of users

 

L’Europa prepara la risposta ai dazi di Trump, produttori di vino italiani in allarme

 

Ma intanto Trump svela la sua ‘card segreta’.

 

Trump svela la «gold card» per i super ricchi (con il suo volto): permesso di soggiorno permanente negli Usa in vendita a 5 milioni

 

Istat sulla pressione fiscale, situazione complicata ma c’è speranza.

Dati Istat, aumenta la pressione fiscale nel quarto trimestre. Il 2024 chiude in avanzo sul Pil

Complessivamente, nei quattro trimestri del 2024, in termini di incidenza sul Pil, il saldo primario e il saldo corrente sono risultati positivi, pari rispettivamente allo 0,4% (-3,6% nello stesso periodo del 2023) e all’1,6% (0,8% nel 2023)..Nel quarto trimestre del 2024 la pressione fiscale è aumentata e si è attestata al 50,6% (+1,5 punti percentuali).

La pressione fiscale in Italia ha superato il 50% ma il bilancio pubblico migliora e questo fa bene sperare

 

Enel lancia Windesign, il contest internazionale per il nuovo design delle turbine eoliche

 

Effetto dazi, crollano le quotazioni di gas e petrolio. In prospettiva benzina e bollette meno care

 

Maserati annulla la versione elettrica della MC20: scarsa domanda, preferita la benzina, doveva chiamarsi Folgore

Le case farmaceutiche europee minacciano: “Fuga negli Usa senza regole più favorevoli”

 

Azioni Apple giù del 20%. La Casa Bianca spinge il rimpatrio della produzione di iPhone

 

Produzione industriale tedesca in calo ma non è contrazione.

Brutte notizie dalla Germania, cala la produzione industriale, inevitabili riflessi sull’Italia

Germania “in crisi profonda”, le stime di crescita per il 2025 tagliate allo 0,1%

 

L’Italia come la Germania, abbassa le previsioni di crescita per il 2025.

Il governo vara il Def 2025, stime di crescita dimezzate (+0,6%). Giorgetti: “Situazione complessa”

Istat, produzione industriale; l’indice cala dello 0,9% a febbraio

Prada acquista Versace per 1,25 miliardi, la casa di moda torna italiana

 

Cultura, cinema, libri e serie tv.

La mummia di Lenin, l’ombra di Stalin, la Rivoluzione comunista in Russia: Ezio Mauro oltre la morte del leader

 

La locandina, il consiglio cinematografico di oggi: Predator, di John McTiernan

La serie su Gesù da 280 milioni di spettatori arriva al cinema con il racconto dell’ultima cena: la recensione di The Chosen

Gesù parlava così, le sue parole più belle, i suoi insegnamenti più alti in un libretto pubblicato su Amazon

 

 

 

 

“Fanno la fila per baciarmi il c…” e poi sospende i dazi, Trump tutto in una giornata

E dopo tanto rumore il presidente Trump ha detto Stop ai dazi, tutto sospeso per 3 mesi tranne per la Cina. Ma qualche ora prima aveva dichiarato che “fanno la fila per baciarmi il c…”. Saranno stati i 10mila miliardi di dollari bruciati in poche ore sui mercati o i rischi sull’insostenibilità del debito, fatto sta che con una mossa a sorpresa “che appare un vero e proprio dietrofront, Trump ha annunciato su Truth che sospende immediatamente per tre mesi, nel giorno della loro entrata in vigore, i dazi reciproci ai Paesi che hanno manifestato l’intenzione di negoziare, mantenendo però per tutti la tariffa base del 10%” si legge in questo articolo pubblicato su Blitz Quotidiano. “Certo è che l’ineffabile Mr Presidente nell’arco di una giornata è riuscito a insolentire il resto del mondo, rinculare, a proposito, sulla decisione come nulla fosse, vantarsene infine ‘Ci vuole coraggio a fare quello che ho fatto’ ha dichiarato”.

BlitzQuotidiano

 

Trump sospende i dazi: metodo o follia?

Trump ha sospeso i dazi per tre mesi. Tranne che alla Cina, contro la quale continua la guerra dei dazi. Addirittura si è fatta più aggressiva con l’imposta che sale sempre di più di giorno in giorno. Ma adesso il mondo intero, e non potrebbe essere altrimenti, si domanda se dietro a tutto questo c’è metodo o follia. Se lo domanda anche il The Wall Street Journal in questo articolo. I dubbi vengono, perché l’inversione di tendenza dell’amministrazione americana è stata importante. È vero che i mercati di tutto il mondo hanno bocciato pesantemente le scelte ‘commerciali’ di Trump, ma forse questo non basta per spiegare il cambio di rotta. Resta comunque il problema, perché adesso si apriranno le trattative tra Paesi, ammesso che non fossero già in corso, e non sarà semplice per nessuno uscirne con buoni risultati. C’è il rischio di una recessione globale, il peggio che in molti hanno già annunciato.

TheWallStreetJournal

 

 

La Meloni volerà alla Casa Bianca

La Meloni volerà alla Casa Bianca il 16 aprile, qualche giorno prima della Pasqua. Ancora non sono chiari i contorni di questo incontro. Non sappiamo se c’è una delega ufficiale europea a trattare, ma tant’è questo incontro bilaterale ci sarà. Per la Presidente del Consiglio “non sarà una trasferta facile, tutt’altro: il super presidente non ha nessuna intenzione di fare marcia indietro, ha già detto chiaro e tondo che solo così gli Stati Uniti torneranno ad essere la prima potenza del mondo” si legge in questo articolo di Bruno Tucci su Blitz Quotidiano. “Dovrà usare molta diplomazia” va vanti Tucci, “fidando specialmente nel fatto che Trump la ritiene una gran donna politica. Non è sufficiente, perché se la Casa Bianca cederà su qualche punto mostrerà quella debolezza che sono in tanti a prevedere. Finirà il bluff e con esso tutto lo scompiglio che è costato in pochi giorni una perdita di diecimila miliardi”.

BlitzQuotidiano

 

Renzi: “Giorgia Meloni non ha capito che Trump conosce solo il linguaggio della forza”

Tra i leader dell’opposizione, Matteo Renzi è diventato quello più incisivo di tutti. Intervistato dalla Stampa ha dichiarato che “Giorgia Meloni dice di voler essere il ponte con Trump, non ha capito che lui conosce solo il linguaggio della forza”. Il leader di Italia Viva ritiene che con questo presidente americano occorra un approccio molto più deciso per tutelare gli interessi italiani all’interno di un’alleanza. Per Renzi la Meloni “dovrebbe recapitargli un messaggio chiaro: sono un tuo alleato, ma difendo anzitutto le imprese italiane.”. L’ex presidente del consiglio ha poi fatto un confronto con Silvio Berlusconi, dicendo che “Stava dalla stessa parte di Bush, ma ci trattava alla pari. Nel caso della Meloni noto una pericolosa subalternità, aggravata dalla posizione di Salvini. Vedremo se la presidente Meloni seguirà i consigli di Renzi. L’articolo intero su questa intervista si trova al link qua sotto.

BlitzQuotidiano

 

Il Ministro Tajani sulla trattativa con gli Usa: “Farlo a schiena dritta”

Nel Governo sono divisi. Matteo Salvini sarebbe per andare a trattare con Trump non come Europa ma come Italia. Il ministro Tajani, di Forza Italia, invece è per stare dentro all’unità europea. In un’intervista rilasciata a Quotidiano Nazionale, dopo la riunione dei ministri del Commercio in Lussemburgo, Tajani ha dichiarato che “è emersa una posizione di unità dell’Europa. L’unità su una linea politica chiara: trattare con gli americani e evitare una guerra commerciale. Farlo a schiena dritta, ma trattare e trattare per arrivare, nel tempo che serve, a zero zero dazi: zero dazi dagli Usa all’Europa e zero dazi dall’Europa dagli Usa”. Ed è questa la posizione che probabilmente la Meloni porterà con se la prossima settimana alla Casa Bianca. Evidente la contrapposizione con la Lega, idee politiche differenti. Dovrà essere brava la Meloni a mediare anche con gli alleati di governo, per far passare una linea di equilibri.

BlitzQuotidiano

 

Matteo Salvini: “A Bruxelles qualcuno si svegli”

La Lega va per la sua strada, e critica la Comunità europea. La linea politica del partito la dichiara il rieletto segretario Matteo Salvini: “No a guerre commerciali. Chi pensa di rispondere ai dazi con contro-dazi fa il male dell’Italia, dei lavoratori e degli imprenditori italiani. Stiamo lavorando per proteggere, come Lega e governo, i confini dal punto di vista della sicurezza, ma anche per proteggere i risparmi degli italiani”, scrive il ministro sui social. “Dobbiamo aiutare ancora di più le aziende che esportano con l’obiettivo di difendere i risparmi degli italiani. Il governo fa tutto ciò che è in suo potere in Italia, ma è fondamentale che a Bruxelles qualcuno si svegli”. Ed ovviamente, in questa nuova polemica, ci finisce dentro anche l’altro Vicepresidente del consiglio, il ministro Tajani, che invece porta avanti una linea europeista all’interno del quadro internazionale. La frattura nel governo e nella maggioranza ormai è palese.

BlitzQuotidiano

 

Matteo Salvini, rieletto Segretario della Lega, ambisce al Ministero dell’Interno

Matteo Salvini è stato rieletto Segretario della Lega. E non c’erano tanti dubbi che finisse così, anche perché è stato l’unico candidato al Congresso padano. Nei contorni dei lavori per la sua rielezione, è venuta fuori, per tornare in pochi minuti al centro del dibattito, l’ambizione di Salvini verso il Ministero dell’Interno, attualmente guidato da Piantedosi. In questo articolo del Fatto Quotidiano, si legge che davanti a questo ritorno di fiamma il centro-destra non ha manifestato grande consenso, anzi, le porte rimangono chiuse. “Nessuno usa toni troppo duri, ma il senso delle dichiarazioni è abbastanza netto e segue sempre lo stesso spartito: non ha senso sostituire Matteo Piantedosi con Salvini, che da titolare delle Infrastrutture deve occuparsi di questioni importanti come il Ponte sullo Stretto”. La tendenza è quella di non fare drammi ma è evidente che le posizioni rimangono ferme, a tutela del Governo e della maggioranza che l’appoggia.

ilFattoQuotidiano

 

Barelli (FI), chiude alle ambizioni di Matteo Salvini per il Viminale

“Capisco le legittime aspirazioni, ma il Paese viene prima. Una cosa è l’auspicio, un’altra la realtà”. Parole dichiarate al Corriere della Sera dal Capogruppo di Forza Italia alla Camera Paolo Barelli a commento delle ambizioni del Vicepremier Matteo Salvini appena rieletto Segretario della Lega. Una chiusura, quella manifestata da Borelli, elegante ma molto chiara. Le porte del Viminale non si apriranno nemmeno questa volta per il leghista. “Piantedosi è un tecnico molto esperto voluto dalla Lega. Uno dei ministri migliori”, ha aggiunto il Capogruppo di Forza Italia, “guai a generare dubbi di inadeguatezza. Salvini ha già un ministero di grande responsabilità, che dovrà gestire gran parte dei fondi Pnrr. Non vedo la necessità di rimescolare le carte”. Nella maggioranza di Governo si cerca di non buttare benzina sul fuoco, perché il momento è delicato e sarebbe controproducente aprire altre fratture oltre a quelle derivate dai dazi americani.

BlitzQuotidiano

 

Elon Musk si collega con il Congresso della Lega: “Spero zero dazi nel futuro, una zona di libero scambio”

Il capo di Tesla Elon Musk si è collegato dall’America con il Congresso della Lega a Firenze. A condurre l’intervista il Ministro Matteo Salvini, con tanto di cartelletta tra le mani. Ovviamente è stato uno show, come succede sempre con Musk. “Spero che gli Usa e l’Europa riescano a realizzare una partnership molto stretta, c’è già un’alleanza ma spero sia più stretta e forte. E riguardo ai dazi spero che ci sposteremo in una situazione di zero dazi nel futuro, verso una zona di libero scambio. È la mia speranza per il futuro, questo è il consiglio che ho dato al Presidente” ha detto Musk. Ma non si è limitato a questo. Ha pure aggiunto che secondo lui l’Europa è a rischio attacchi terroristici sempre più frequenti. “Questo porterà a un vero e proprio massacro in Europa le vostre famiglie, i vostri amici saranno tutti a rischio”.

ItaliaOggi

 

Giuseppe Conte vuole aprire il Movimento all’esterno

Dopo l’affollata manifestazione di piazza organizzata dal Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte si appresta a incassare il suo credito politico. La competizione è ovviamente per la guida del centro-sinistra, i due competitori sono PD e M5S. Conte ha spostato il Movimento più a Sinistra. Si dice pronto ad aprire a tutti quei soggetti che stanno da quella parte. Del resto, non potrebbe fare altrimenti, perché alla manifestazione romana hanno aderito associazioni e realtà che non fanno parte del Movimento. Se Conte ed i 5Stelle vogliono avere una possibilità, dovranno obbligatoriamente aprirsi a queste realtà. O meglio, arrivare a tutto quel mondo che invece il Partito Democratico non riesce più ad intercettare. Il pacifismo e l’opposizione al riarmo sono sicuramente argomenti centrali per questo obiettivo. La posizione del Movimento è chiara. E forse è veramente iniziata la scalata al centro-sinistra. Il Partito Democratico era presente con una delegazione. Troppo poco.

IlFattoQuotidiano

 

Vincenzo Vita, ddl sicurezza: “Assomiglia ad una prova generale di una vera e propria involuzione autoritaria”

Ci risiamo. Arriva il decreto sicurezza ed il dibattito riparte. Vincenzo Vita scrive sul Manifesto “che assomiglia ad una prova generale di una vera e propria involuzione autoritaria”. Una posizione netta quella di Vita, che continua: “Non che fossero mancate azioni di quel segno nelle scelte del governo presieduto da Giorgia Meloni, colei che forse nel suo immaginario mischia Trump, Orban e von der Leyen. Tuttavia, con il ddl 1236 si tocca una vetta difficilmente raggiungibile da approcci pure conservatori ma non così platealmente lesivi dei principi sanciti dalla Costituzione”. Sono molti i temi che Vita affronta ma quello dell’informazione è centrale. “È utile soffermarsi su uno dei capitoli forieri di serissimi rischi, vale a dire l’articolo 31 (disposizioni per il potenziamento dell’attività di informazione per la sicurezza). In poche righe si stravolgono conquiste consolidate nelle discipline che regolano il lavoro nell’Informazione”. Per leggere tutto l’articolo di Vincenzo Vita cliccare sul link qua sotto.

BlitzQuotidiano

 

Il Parlamento italiano non ha ancora recepito il Media Freedom Act europeo, siamo in ritardo di un anno

Nella sua rubrica ‘Il sabato del villaggio’ sul Fatto Quotidiano, Giovanni Valentini scrive, “libera informazione a rischio in Italia, siamo allo scandalo di regime, al golpe mediatico”. Il riferimento di Valentini è al mancato recepimento da parte del Parlamento italiano del Media Freedom Act europeo, ovvero di quel documento che “tende ad affrancare il sistema dell’informazione dalla sudditanza alla politica, per favorire la sua credibilità e garantire i cittadini, lettori e telespettatori. Ed è già in vigore, essendo stato approvato dal Parlamento di Strasburgo il 13 marzo dell’anno scorso”. Valentini affonda il coltello ed aggiunge che la scelta di non recepire questo documento è “un gesto autoritario, un sopruso, uno sfregio, con cui il governo e la sua maggioranza puntano direttamente a tenere sotto controllo la Rai e, indirettamente, la costellazione di giornali che godono delle provvidenze statali”. Per leggere l’articolo pubblicato su Blitz Quotidiano cliccare al link qua sotto.

BlitzQuotidiano

 

La Provincia autonoma di Trento approva le modifiche per il terzo mandato del presidente

Se Vincenzo De Luca fosse stato presidente della Provincia autonoma di Trento avrebbe potuto ambire al terzo mandato. Infatti, come si legge sul Fatto Quotidiano “la Provincia autonoma di Trento approva una modifica di legge che innalza a tre il numero di legislature possibili per il presidente”. La cosa curiosa, si fa per dire, è che la Lega ha potuto approvare queste modifiche grazie al voto di due consiglieri di Fratelli d’Italia che hanno votato in contrasto con la linea del partito. Vince dunque la Lega, e soprattutto Maurizio Fugatti che potrà correre così alle prossime elezioni per il suo terzo mandato. La prima volta venne eletto nel 2018 e la seconda nel 2023. Da notare che proprio ieri, a Roma, la Consulta ha valutato incostituzionale la legge della Regione Campania sulla possibilità di arrivare al terzo mandato. Per leggere l’articolo del Fatto Quotidiano cliccare al link qua sotto.

ilFattoQuotidiano

 

Niente terzo mandato per Vincenzo De Luca. Adesso si ragiona su Roberto Fico

La Consulta ha dato torto a Vincenzo De Luca. La legge approvata dalla Regione Campania per rendere possibile il terzo mandato è stata considerata incostituzionale. Cosa succede ora in Campania? Se lo domanda Repubblica in questo articolo. “Nella regione si voterà in autunno e il centrosinistra si sta muovendo per trovare al più preso un accordo. Proprio ieri, ancora prima che arrivasse la sentenza della Consulta, in Transatlantico si sono visti la segretaria del PD, Elly Schlein, e l’ex presidente della Camera dei 5 stelle, Roberto Fico. Proprio lui è l’aspirante candidato per il dopo De Luca”. La partita non è semplice, perché è plausibile immaginare che De Luca non abbia nessuna intenzione di ritirarsi in silenzio. Anzi, è immaginabile che il destino della Campania passerà ancora dalle mani dell’attuale presidente. In questo articolo si riporta anche l’indiscrezione di un ‘pranzo romano’ tra il figlio di De Luca, deputato del PD, e Giuseppe Conte.

laRepubblica

 

In Veneto il centrodestra alla resa dei conti

La sentenza della Consulta che ha riconosciuto incostituzionale la legge della Regione Campania sul terzo mandato, non ha messo fuori gioco solo Vincenzo De Luca, ma probabilmente anche Luca Zaia in Veneto. E come era facile pronosticare, adesso, nel centro destra, è cominciata la partita per il post Zaia. Su questo articolo di Repubblica si legge che la situazione nel centrodestra non sembrerebbe anticipare niente di buono. Il Veneto fa gola anche ai Fratelli d’Italia ma la Lega non si piegherà tanto facilmente. Anzi, per bocca del capogruppo alla Camera, Riccardo Molinare, fa sapere che la questione è dirimente: “La Regione deve restare alla Lega, per noi è una questione esistenziale” ha detto Molinari. Il quale poi non nega “l’effetto domino della sentenza, che avrà ripercussioni anche nelle regioni del Nord amministrate dalla destra: ‘I nostri veneti confidano che FdI ci lasci la regione” sottolinea.

laRepubblica

 

Colloqui tra USA e IRAN sul nucleare, negoziato difficile dagli esiti incerti

“Sabato gli Stati Uniti e l’Iran terranno ‘colloqui diretti’ su un possibile nuovo accordo sul nucleare, ha affermato il presidente Donald Trump”. Lo si legge sul sito della BBC e la notizia è molto importante quanto delicata. Trump ha reso noti i colloqui in occasione della visita alla Casa Bianca di Netanyahu. “Stiamo avendo colloqui diretti con l’Iran e sono iniziati, andranno avanti sabato. Abbiamo un incontro molto importante e vedremo cosa può succedere. Penso che tutti siano d’accordo che fare un accordo sarebbe preferibile”. Trump ha poi aggiunto che “l’Iran non può avere un’arma nucleare e, se i colloqui non avranno successo, penso che sarà una giornata molto brutta per l’Iran”. Parole minacciose quelle pronunciare dal presidente. Netanyahu da parte sua invece ha affermato che Israele e gli Stati sono “entrambi uniti nell’obiettivo che l’Iran non ottenga mai armi nucleari”. Siamo anche qui ad un passo dal conflitto?

BBC

 

 

Dalton, ex ambasciatore britannico, ha detto che il rischio di una guerra con l’Iran non è mai stato così alto

L’ex ambasciatore britannico Sir Richard Dalton: “Il rischio di una guerra tra Israele e Stati Uniti da una parte e l’Iran dall’altra non è mai stato così alto”. Lo si legge sul The Sun che ha riportato un’intervista della BBC all’ex diplomatico. “L’agghiacciante avvertimento giunge mentre le tensioni tra le due nazioni raggiungono il punto di ebollizione, con fonti che affermano che gli Stati Uniti e Israele stanno pianificando di lanciare attacchi per distruggere gli impianti nucleari iraniani”. Nel caso i negoziati fallissero l’America sembrerebbe essere pronta per una reazione. Ma Sir Richard ha avvertito: “Se hanno sottovalutato la capacità dell’Iran di reagire, credo che stiano commettendo un grosso errore”. In caso di intervento americano “missili e droni verrebbero diretti contro le strutture americane nella regione. Ciò causerebbe una massiccia interruzione del commercio di petrolio dal Golfo, e potrebbe significare che quello che doveva essere un attacco breve e brusco si trasformerebbe in un conflitto prolungato”.

TheSun

 

Il Pentagono starebbe preparando l’eventuale attacco all’Iran

Il Pentagono si sta preparando nel caso di un conflitto con l’Iran? B-2 Spirit, carichi di bombe, si stanno spostando nella regione. “I bombardieri a lungo raggio, particolarmente adatti a eludere le difese aeree iraniane e in grado di trasportare le armi anti-bunker più potenti d’America, sono arrivati dal Missouri la scorsa settimana in un’operazione passata inosservata”. Ovviamente il “Pentagono si rifiuta di riconoscere che lo spiegamento stia addirittura avvenendo. Il nuovo portavoce del Pentagono di Trump, Sean Parnell, ha solo vagamente accennato allo spiegamento di ‘altre risorse aeree’ e ha annunciato che due portaerei rimarranno nella regione, a causa del ritardo nel rispedirne una a casa dopo il suo attuale spiegamento”. Gli americani si muovono. Tuttavia “sarebbe un errore supporre che i bombardieri B-2 siano direttamente collegati a una decisione di guerra a tutti gli effetti. Sono strumenti molto più adatti ad un singolo attacco dimostrativo”.

kenklippenstein.com

 

Il Dipartimento della Difesa americano starebbe pensando di ritirare 10.000 soldati dall’Europa orientale

Il Dipartimento della Difesa americano starebbe valutando la possibilità di ritirare 10.000 soldati dall’Europa orientale. Lo si legge su Italia Oggi in base ad una notizia della Nbc News. “Le unità in esame fanno parte dei 20.000 uomini che l’amministrazione Biden ha schierato nel 2022 per rafforzare le difese dei paesi confinanti con l’Ucraina dopo l’invasione russa. I numeri sono ancora in fase di discussione, ma la proposta potrebbe comportare la rimozione di fino a metà delle forze inviate da Biden”. Una decisione, che se verrà presa, darebbe conferma del disimpegno americano, ormai evidente, in questa parte del mondo. Una scelta che altresì metterebbe in difficoltà l’Unione europea, ancora non pronta per ricoprire un ruolo difensivo comune. L’attuale faticoso percorso per il riarmo non riguarda infatti un esercito comune europeo, ma il singolo riarmo dei vari Stati, almeno per quelli che lo faranno.

ItaliaOggi

 

I falchi conservatori della Camera minacciano il programma di Trump

Qualcosa sembrerebbe incrinarsi nel cerchio magico intorno a Trump, o almeno nei d’intorni del cerchio. Su The Hill si legge che “la crescente opposizione tra i conservatori più intransigenti della Camera al quadro del Senato per promuovere l’ambizioso programma legislativo del Presidente Trump rischia di rendere il voto di questa settimana uno dei più pesanti finora per il Presidente della Camera Mike Johnson”. Sembrerebbe che almeno 10 repubblicani della Camera hanno dichiarato che voteranno ‘no’ alla misura, e una manciata di altri ha pubblicamente criticato la risoluzione. Una situazione dunque non semplice, “una crescente ondata di resistenza tra i falchi della finanza che vogliono impegni immediati su ingenti tagli alla spesa che sta mettendo a repentaglio tale piano”. Nonostante tutto il presidente della Camera Johnson è ottimista: “Sta andando alla grande. Stiamo facendo quello che facciamo qui ogni settimana, ovvero creare consenso, e ho bisogno di un po’ di tempo”

TheHill

 

Think tank conservatore chiede a Trump di correggere il tiro sui dazi

Le critiche all’ormai famosa formula utilizzata dal Trump per arrivare a definire il peso dei dazi, non arrivano solo dall’Europa, ma anche direttamente dai conservatori americani. Sul Fatto Quotidiano si legge infatti che “l’American Enterprise Institute, che in passato ha avuto stretti legami con l’amministrazione di George W. Bush jr, chiede alla Casa Bianca di correggere il tiro. Le tariffe scenderebbero a un massimo del 14%. Per la Ue al 10%”. Si capisce che nel mondo dei conservatori americani non regna una comune visione delle cose. “La formula su cui si è basata l’amministrazione non ha fondamento né nella teoria economica né nel diritto commerciale”. Ed è pure viziata da “un errore che gonfia di quattro volte le tariffe che si presume siano imposte dai paesi stranieri”. Si tratterà di capere che peso avranno queste prime contrapposizioni interne a questo mondo sull’azione politica del Presidente e sul suo futuro alla Casa Bianca.

ilFattoQuotidiano

 

Per il Washington Post Musk avrebbe tentato di far revocare i dazi a Trump

Anche Elon Musk non condividerebbe la politica dei dazi messa in campo dal presidente Trump. Secondo il Washington Post Musk avrebbe cercato personalmente di convincere Donald Trump a revocare i dazi, anche quelli sulla Cina senza però avere successo. “La rottura di Musk con Trump sulle tariffe, priorità dell’amministrazione americana, rappresenta il disaccordo più importante tra il presidente e uno dei suoi principali consiglieri. Tesla ha visto la vendite trimestrali crollare drasticamente a causa delle reazioni negative al suo ruolo di consigliere di Trump”. Il consigliere economico di Trump, Navarro, ha dichiarato che Musk è solo un “assemblatore di automobili”. Musk a sua volta non ha esitato a dichiarare che Navarro è “più stupido di un sacco di mattoni”. Insomma, ormai è chiaro, sulla politica dei dazi si scontrano alla Casa Bianca colombe e falchi. L’auspico di Musk è che si possa arrivare ad una zona di libero scambio tra Europa e Usa.

BlitzQuotidiano

 

Trump su Gaza: “Un incredibile pezzo di una importante proprietà immobiliare”

L’occasione per esplicitare nuove dichiarazioni sulla Striscia di Gaza, Donald Trump l’ha trovata nell’incontro alla Casa Bianca con Netanyahu, e non si è affatto risparmiato. Ha definito la Striscia “un incredibile pezzo di una importante proprietà immobiliare. Poi ha aggiunto: “Non so perché Israele abbia dato loro quella terra. Lo hanno fatto perché gli è stata promessa la pace. È la terra più pericolosa sulla faccia della Terra”. Parole che in un attimo hanno fatto il giro del mondo facendo inorridire molti leaders internazionali. Del resto, il metro delle dichiarazioni del presidente Trump è questo. In occasione della precedente visita di Netanyahu dichiarò invece che il progetto americano per la Striscia era la realizzazione della Riviera d’Oriente. Proposta alla quale è poi seguita la polemica del famoso video postato dallo stesso presidente. Della possibilità di interrompere il conflitto invece nessuna notizia. Per adesso i risultati della diplomazia americana sono a zero.

BlitzQuotidiano

 

Dazi, crollano anche le borse asiatiche

Da quando il Presidente Trump ha annunciato ufficialmente i dazi, sono crollate le borse di tutto il mondo, comprese quelle asiatiche. Su Italia Oggi si legge “cali del 12% a Hong Kong, del 5,5% a Seoul, la piazza di Sydney ha chiuso con una perdita del 4,23%. Alla borsa di Tokyo, il Nikkei 225, è crollato del 7,8%”. Ma non solo. Arrivano dati negativi anche da Taipei -9,7%, Shenzhen -8,7%, Shanghai -6,5% e Mumbai -3%. Per adesso non si vedano all’orizzonte prospettive buone “anche perché la Cina venerdì ha annunciato tariffe doganali di ritorsione verso gli Usa dopo che molte piazze finanziarie asiatiche avevano già chiuso per il fine settimana, alimentando il rischio di un’escalation distruttiva per l’economia globale”. La Cina ha deciso per una risposta energica. Adesso si trova a dover “affrontare dazi del 54% dopo i nuovi annunci del presidente statunitense e ha già risposto con una tariffa del 34%.

ItaliaOggi

 

Dazi, ancora all’inferno le borse di tutto il mondo

Anche ieri le borse mondiali sono affondate drammaticamente nei dazi. La situazione non sembra migliorare. È ancora lontano il punto di tregua. I mercati finanziari tremano. Milano chiude al -5,18%. Poi ieri è pure successa un’altra cosa. A metà pomeriggio era rimbalzata la notizia di un eventuale ripensamento del Presidente Trump sui dazi. I mercati non aspettavano altro. Lieve boccata d’ossigeno, ma poi arriva la doccia fredda: la Casa Bianca smentisce tutto e si ritorna all’inferno. Anzi, ancora peggio, perché Trump acutizza la situazione dichiarando che se la Cina non torna indietro dai suoi controdazi al 34%, rischiano di essere colpiti da un 50%. Era quel che mancava per arrivare al fondo. Alla fine della giornata hanno perso tutti, nessuno escluso. Ma qualcosa comincia a scricchiolare negli Stati Untiti. La Fed è molto preoccupata, un repubblicano come Ted Cruz inizia a dire la sua. Tra due anni ci saranno le elezioni di metà mandato.

BlitzQuotidiano

 

Pil, a causa dei dazi crescerà solo dello 0,6% ma la situazione potrebbe anche peggiorare

Iniziano ad arrivare le prima stime relative ai dazi contro l’Europa voluti dall’amministrazione Trump. Per quanto riguarda il nostro Paese, Bankitalia rivede il Pil: la crescita sarà solo dello 0,6%. Sul Corriere della Sera si legge che “il prodotto interno lordo crescerà solo dello 0,6% ma la situazione potrebbe anche peggiorare per le eventuali misure ritorsive da parte della Ue e delle altre economia e se dovessero perdurare le tensioni sui mercati finanziari. La prima stima ufficiale dell’impatto della guerra commerciale arrivata dalla Banca d’Italia, che ha aggiornato le sue previsioni sull’economia italiana del prossimo triennio. Complessivamente, tra il 2025 e il 2028, i soli dazi imposti dagli Usa costeranno 0,7 punti di pil alla crescita italiana”. L’unica prospettiva di crescita potrebbe arrivare “da un orientamento più espansivo della politica di bilancio a livello europeo anche in connessione con gli annunci di incremento delle spese per la difesa”.

CorriereDellaSera

 

Dazi, fine settimana nero per le borse, Milano chiude a -6,5%

Il venerdì nero dei dazi. La settimana si chiude con i mercati di tutto il mondo che sprofondano. La Borsa di Milano arriva fino a -8%, poi chiude a 6,5%. Piazza Affari è la peggiore in assoluto, insieme a Madrid. Complessivamente tutta l’Europa ha perso 819 miliardi nella sola giornata di venerdì. Sul Fatto Quotidiano si legge che “le peggiori performance odierne sono quelle del comparto bancario, assicurativo e automotiva. Mps perde il 12,2%. Bper Banca cala del 10,49%; Mediobanca del 10,35%; Banca Popolare di Sondrio del 9,66% e Banca Mediolanum del 9,65%. Chiusura in rosso anche per Unipol e Nexi, che hanno fatto registrare rispettivamente -10,57% e -11,47%.” Trump da parte sua continua a sostenere che gli USA avranno un boom economico, una nuova età dell’oro. Nell’attesa, “Francoforte registra un -5,09%, Londra -4,94% e Parigi -4,26%. Di sicuro l’Europa non ne trarrà giovamento da questa situazione.

ilFattoQuotidiano

 

Dalla Grande Depressione del 1929 in poi, tutte le crisi che hanno sconvolto i mercati

Molto interessante questo articolo apparso su Italia Oggi. In sintesi sono riportati i crolli più significativi dei mercati che hanno caratterizzato il ‘900. Ovviamente c’è la crisi del 2008. “Le conseguenze della crisi dei subprime negli Stati Uniti si estendono ai mercati finanziari mondiali. Tra gennaio e ottobre, i principali indici del mercato azionario scendono tra il 30% e il 50% con forti perdite in diverse sessioni di ottobre. La crisi finanziaria, culminata nel crollo della banca d’affari Lehman Brothers a settembre, fa precipitare gli Stati Uniti nella recessione. Milioni di americani perdono la casa”. Ma ci sono anche le crisi del 2000 con la fine della bolla di Internet, il lunedì nero di Wall Street, fino ad arrivare al 1929 con la Grande Depressione, quella che in qualche misura aprì le porte alla Seconda Guerra Mondiale. Per tutto l’articolo cliccare sul link qua sotto.

ItaliaOggi

 

Trump, il suo deretano da baciare e la Cina che non si fa trovare impreparata

Trump lo sappiamo, parla come parlano i bulli. “Tutti mi chiamano per baciarmi il c…” ha detto. E cosa ci vogliamo fare, dichiariamo guerra agli Stati Uniti? E vabbè. Il punto politico però c’è tutto. Come si legge in questo articolo pubblicato su Blitz Quotidiano a firma di Gianluca Pace, “ha preso di mira anche ‘alcuni ribelli repubblicani che vogliono mettersi in mostra’, contrari alla sua gestione dei negoziati commerciali: ‘Lasciate che ve lo dica, voi non negoziate come negozio io’, ha avvertito. Ha rilanciato la sua linea dura verso le multinazionali, come TSMC: ‘Se non costruiranno il loro impianto qui, pagheranno tasse fino al 100%. E ha annunciato nuovi dazi in arrivo: ‘Presto imporremo tariffe suo prodotti farmaceutici’, dichiarando di voler riportare la produzione negli USA”. È certo che il Presidente americano non gode di una dialettica ricercata ed eloquente, ma è altrettanto vero che i suoi messaggi arrivano, forti e chiari.

BlitzQuotidiano

 

La Cina impone dazi all’84%

Donald Trump è convinto che anche la Cina  arriverà poi a chiedere una negoziazione sui dazi. Sarà pure come dice lui, per adesso però il Dragone non sembra tremare: infatti hanno imposto controdazi all’80% in risposta a quelli americani. Si passa da un primo 34% ad un 80% che entrerà in vigore dal 10 aprile. “L’escalation tariffaria a catena minaccia di schiacciare il commercio tra le due maggiori economie mondiali. Secondo l’Ufficio per il Commercio degli Stati Untiti, nel 2024 gli Stati Uniti hanno esportato merci in Cina per 143,5 miliardi di dollari, importandone invece per un valore di 438,9 miliardi di dollari”. Numeri importanti che, se la situazione dei dazi non cambierà, difficilmente saranno confermati nel 2025. I due grandi Imperi si stanno sfidando, per adesso a livello economico e finanziario. Un gran bel problema, ma sempre meglio di un conflitto bellico.

CNBC

 

La Cina risponde all’America con i controdazi al 34%

La Cina non ci ha pensato su due volte. Ha risposto ai dazi di Trump con controdazi al 34%. Queste contromisure entreranno in vigore il 10 aprile. Il Fatto Quotidiano scrive che “Pechino ha inoltre annunciato di aver presentato ricorso all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) ‘ai sensi del meccanismo di risoluzione delle controversie’, ha affermato il ministero del Commercio di Pechino in una nota”. Vedremo come andrà a finire. Intanto Trump, sul suo social, scrive che “I cinesi se la sono giocata male. Sono andati nel panico. L’unica cosa che non possono permettersi di fare”. Trump sembrerebbe essere sicuro delle sue scelte: “Ai molti investitori che vengono negli Stati Uniti e investono enormi quantità di denaro: le mie politiche non cambieranno mai. Questo è un grande momento per diventare ricchi, ricchi come mai prima”. Sta arrivando l’età dell’oro oppure una catastrofe per tutti quanti?

ilFattoQuotidiano

 

La Cina consiglia ai propri cittadini “di valutare attentamente i rischi di viaggiare negli Stati Uniti”

La guerra dei dazi scatenata da Trump ha convinto la Cina ad una risposta dura. Il Dragone non si è fatto trovare impreparato. È stata convocata una task force e poi sono stati introdotti i contro dazi.  Per adesso siamo arrivati all’84% . Ma c’è pure altro. Infatti, come si legge in questo articolo del Fatto Quotidiano, “il governo cinese ha diffuso un alert per i turisti cinesi che intendono recarsi negli Stati Uniti: ‘Alla luce del peggioramento delle relazioni commerciali tra Cina e Stati Uniti e delle preoccupazioni della sicurezza in America, il ministero della Cultura e del Turismo consiglia ai cittadini cinesi di valutare attentamente i rischi di viaggiare negli Stati Uniti e di procedere con cautela’ si legge nell’avviso”. Anche questo è un altro segnale di una situazione che sta precipitando tra i due Imperi. A questo punto vedremo se anche gli Stati Uniti prenderanno la medesima iniziativa con i propri cittadini.

ilFattoQuotidiano

 

La Cina risponde con i controdazi: nuovo shock sui mercati azionari

L’Europa sta cercando di capire quali azioni intraprendere per contrastare la politica dei dazi americani. La Cina invece ha subito applicato dei controdazi, provocando un nuovo shock sui mercati azionari di tutto il mondo. Su Reuters si legge che “la banca d’investimento JP Morgan ha stimato una probabilità del 60% che l’economia globale entri in recessione entro la fine dell’anno, in aumento rispetto al 40% precedente”. La speranza è che queste previsioni siano sbagliate ma l’attuale andamento dei mercati mondiali sembrerebbe andare in questa direzione. “Il senatore repubblicano degli Stati Uniti Ted Cruz, convinto sostenitore di Trump, ha avvertito venerdì che i dazi potrebbero rappresentare ‘enormi rischi’ per l’economia statunitense e per le fortune politiche dei repubblicani”. Non sembra pensarla allo stesso modo il tycoon che invece ha ribadito che non tornerà sulle scelte fatte e che anzi sta arrivando per l’America una nuova età dell’oro.

Reuters

 

Powell (Fed), sui dazi: “Prospettive altamente incerte”

Il Presidente della Federal Reserve Jerome Powell non la vede bene la politica dei dazi: “Ci troviamo di fronte a prospettive altamente incerte, con rischi elevati sia di una maggiore disoccupazione che di una maggiore inflazione”. Lo ha dichiarato venerdì durante una conferenza stampa per i giornalisti economici ad Arlington, in Virginia. “Il nostro obbligo”, ha proseguito Powell, “è quello di mantenere ben ancorate le aspettative di inflazione a lungo temine e di garantire che un aumento una tantum del livello dei prezzi non diventi un problema di inflazione continuativa”. In questo articolo della Reuters emerge che per la Fed le tariffe dei dazi sono “più alte di quanto previsto da quasi tutti i meteorologi”. Intanto la Casa Bianca ha messo nel mirino Powell, chiedendo alla Fed, direttamente dalle parole di Trump, di abbassare i tassi. Per adesso però la Fed non sembra intenzionata a farlo.

Reuters

 

Dazi al 50% per il piccolo Regno del Lesotho in Sudafrica. Producono tessile per Levi’s e Calvin Klein

Il Regno del Lesotho, un’enclave del Sudafrica, interamente al di sopra dei 1400 metri, ha già chiesto un incontro con il Presidente Trump, perché i dazi applicati rischiano di diventare un colpo mortale per la propria economia. Il piccolo Paese sudafricano esporta negli Stati Uniti tessuti molto importanti che vengono utilizzati da Levi’s e Calvin Klein. Su Reuters si legge che “Venerdì il ministro del Commercio Mokhethi Shelile ha dichiarato al parlamento che il 45% delle esportazioni è destinato agli Stati Uniti, pertanto ‘l’ultima direzione politica è scioccante’. Shelile ha affermato che i funzionari avevano già contattato l’ambasciata statunitense per chiarire come e perché il Lesotho fosse stato incluso nell’elenco di tariffe reciproche così elevate. Ha anche affermato che il Lesotho sta riunendo una delegazione di alto livello negli Stati Uniti per cercare di mantenere l’attuale regime di mercato”. Tutto questo ha dell’incredibile, esattamente come  i dazi per l’isola dei pinguini.

Reuters

 

Il politologo Francis Fukuyama: “Trump ripete le politiche che negli anni 30 ci portarono alla guerra”

Per il politologo Francis Fukuyama, intervistato da Repubblica, “Trump ripete le politiche che negli anni Trenta ci portarono alla guerra”. Fukuyama è quello che scrisse il famoso saggio “La fine della storia”. In quel caso la sua previsione è stata smentita dai fatti: non ci resta che sperare in una seconda volta. Tuttavia, l’intervista su Repubblica è di quelle chiare. “Saranno completamente controproducenti”, dice Fukuyama, “e probabilmente getteranno l’economia mondiale in una recensione molto grave, se non nella depressione. Tutto si basa sull’incapacità di Trump di capire come funziona l’economia. Le decisioni di Trump sono basate su un’ignoranza così incredibile, che è difficile comprendere come sia potuto diventare presidente”. L’unica speranza secondo il politologo “è che questa politica così stupida gli si ritorcerà contro, i prezzi aumenteranno e probabilmente getterà gli USA e molte altre economie in una recessione enorme. Ciò non piacerà agli elettori americani, che sognavano l’età dell’oro”.

BlitzQuotidiano

 

Lutnick (USA): “Trump non farà marcia indietro”

In molti si stanno chiedendo se il Presidente americano Trump potrebbe rivedere la sua politica dei dazi. La risposta arriva direttamente dalla Casa Bianca, tramite le parole del Segretario del Commercio: “non farà marcia indietro rispetto a quello che ha annunciato ma ciò che può fare l’Europa è togliere i dazi e le altre barriere non tariffarie al commercio che sono molto peggio dei dazi” dice al Corriere della Sera Howard Lutnick. Il segretario del Commercio USA è convinto che solo in quel caso “il presidente farà un accordo con ciascuno, quando e solo se i Paesi che ci hanno sfruttato cambiano davvero il loro approccio”. Lutnick ha poi aggiunto al momento gli Usa stanno negoziando con l’Ue ma che se “la vostra Premier vuole telefonare al Presidente Trump non ci sono ragioni per non farlo. Il Presidente vuole azioni concrete. L’avete sentito: non vuole più parole, chiacchere, vuole azioni, vuole vedere che cosa fanno”.

BlitzQuotidiano

 

Dazi, quanto ci costano a noi italiani?

Per adesso la guerra dei dazi sta producendo grandi preoccupazioni. Non si intravedano da nessuna parte conseguenze positive. Ma quanto ci costerà a noi italiani l’iniziativa di Trump? “Una prima stima” si legge in questo articolo su Blitz Quotidiano, “giunge dall’ufficio studi di Unimpresa: le tariffe del 2’% applicate all’Unione europea costeranno ad ogni famiglia italiana fino a 160 euro”. Parecchi soldini che si vanno a sommare alle spese che gli italiani già devono sostenere. “Il calcolo non può che essere valutativo su larga scala, diciamo spannometrico: ma da una forbice compresa tra 2,5 e 4,2 miliardi di euro di perdite di valore in un anno non si scappa”. Nell’articolo si legge inoltre che “le esportazioni verso il mercato statunitense potrebbero ridursi tra 5,6 e 8 miliardi di euro nel 2025, pari a un calo dell’8-12%, con una contrazione del Pil stimata tra lo 0,28 e lo 0,4%. Da preoccuparsi.

BlitzQuotidiano

 

Elon Musk pubblica un video di Friedman in favore dei mercati liberi.

È molto probabile che tra il Presidente Trump e Elon Musk si sia rotto qualcosa. Prima la mezza fake della passata settimana che Musk sarebbe stato in procinto di lasciare la Casa Bianca. Poi è arrivato il collegamento con il Congresso della Lega nel quale Musk ha manifestato la sua contrarietà ai dazi, adesso pubblica il video di Friedman sul libero mercato. Una sorta di riaffermazione della sua posizione contro le politiche commerciali di questa nuova amministrazione. E che qualcosa si è rotto tra i due lo dimostra anche la risposta che è arrivata direttamente dal Consigliere commerciale del Presidente, Peter Navarro:  “un assemblatore di automobili” l’ha definito. Nel video pubblicato “Friedman spiega come i mercati internazionali e il commercio senza barriere aumentino la qualità della vita, utilizzando il celebre esempio della matita di grafite”. Per leggere l’articolo citato cliccare sul link qua sotto.

ilFattoQuotidiano

 

Dazi, dalla Storia arriva un monito importante: era la primavera del 1930…

Dalla Storia, quella vera, arrivano moniti importanti. “Nella primavera del 1930, più di 1000 economisti degli Stati Uniti scrissero una lettera esortando il presidente Herbert Hoover a porre il veto a una proposta di legge tariffaria in esame al Senato. La proposta di legge ‘sarebbe stata un errore’, dissero. Avrebbe danneggiato gli esportatori durante una grave recessione (che in seguito sarebbe stata conosciuta come la Grande Depressione) e avrebbe spinto altri paesi a promulgare la proprie tariffe, scrissero”. Ovviamente la legge venne approvata e tutte le previsioni dei 1000 economisti si avverarono. Fu il caos, la Grande Depressione, per l’appunto. La speranza è che questa volta ci sia qualcosa di diverso ad intervenire, che abbia la forza di modificare le scelte, cambiare i destini. Nella Storia, forse, le risposte al presente. Per leggere tutto l’articolo cliccare sul link qua sotto.

Msn

 

Mark Spitznagel, investitore miliardario: “Mi aspetto un crollo dell’80% quando tutto questo sarà finito”

Nessuno può immaginare il futuro delle borse di tutto il mondo a seguito della guerra dei dazi. L’investitore miliardario Mark Spitznagel prova a fare una previsione su Market Watch. “Mi aspetto un crollo dell’80% quando tutto questo sarà finito. Non credo proprio che sia finita qui. È una trappola”. In che senso è una trappola? Spitznagel ha invocato un crollo più grande, uno che sarebbe il peggiore dal 1929. “Questa è un’altra svendita per scuotere la gente. Non è l’Armageddon. Quel momento arriverà quando la bolla scoppierà” ha scritto sempre su Market Watch. Una visione pessimista ma anche minoritaria. Sono infatti in pochi a leggere la situazione attuale in questi termini. Però, questa prospettiva di un ‘cigno nero’ che arriverà dopo la fine dell’attuale crisi, fa pensare. In sintesi Spitznagel ci sta dicendo che non siamo ancora entrati nell’evento principale. Per leggere l’articolo uscito su Market Watch cliccare sul link qua sotto.

marketwatch

 

Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase: “La recessione è un esito probabile”

Jamie Dimon, presidente e CEO di JPMorgan Chase ha le idee molto chiare. Alla domanda se si aspetta personalmente una recessione, lui ha risposto: “Per ora mi affido ai miei economisti, ma penso che sia un esito probabile”. C’è poco da scherzare se uno come Jamie Dimon propone queste previsioni. Probabilmente, la scelta che ha fatto Trump di sospendere per tre mesi i dazi, è stata anche stimolata da posizioni autorevoli come questa. “Se volete calmare i mercati e mostrare progressi in questi ambiti, allora lasciate che Scott Bessent si prenda il tempo necessario. Gli accordi commerciali sono molto ampi e complessi. Non si possono concludere dall’oggi al domani, ma è fondamentale che ci siano team che ci lavorino per farli funzionare”. In questa intervista “ha inoltre messo in guardia contro le guerre commerciali, sostenendo che i paesi e le aziende si trovano ora di fronte a scelte a breve e lungo termine”.

foxbusiness

 

Ray Dalio, fondatore di Bridgewater Associates, prevede un crollo dell’ordine economico e politico

Il miliardario Ray Dalio fondatore di Bridgewater Associates ha lanciato un monito molto importante: se gli investitori non terranno di conto delle condizioni di fondo, e non solo dei dazi, non si accorgeranno delle maggiori perturbazioni che stanno per arrivare, sostiene in sintesi Dalio. “Esistono forti pressioni affinché questi squilibri vengano corretti in un modo o nell’altro e ciò modificherà radicalmente l’ordine monetario”. Dalio ci disegna i contorni di un nuovo mondo che sta per arrivare. “Secondo Dalio, le lacune nell’istruzione, nelle opportunità, nei livelli di produttività, così come nel reddito, nella ricchezza e nei valori delle persone si stanno manifestando nel crollo del sistema democratico e nell’ascesa di leader autocratici”. C’è poco da dire, forse è proprio così. La crisi della democrazia forse comincia quando crescono le disuguaglianze e la politica non riesce più a dare risposte.

msn

 

L’Europa decide di sospendere per tre mesi i dazi contro gli Usa

Uno degli effetti immediati che ha prodotto la decisione presa dal presidente Trump di posticipare di 3 mesi l’inizio dei dazi è stato che l’Europa ha sospeso la messa in atto del suo piano di risposta agli Stati Uniti. “Come ha spiegato Olof Gill, portavoce della Commissione Ue per il Commercio, la decisione odierna comporta il rinvio dell’intera lista di controdazi approvata in risposta alle  tariffe imposte da Donald Trump su acciaio e alluminio. ‘Gli Stati membri ci hanno dato il mandato per procedere, ma questo non implica un’attivazione automatica delle misure’, ha precisato”. Una posizione politica che l’Europa ha preso proprio in risposta agli Stati Uniti, una sorta di ‘buon inizio’ per le negoziazioni che ci saranno. In questo articolo pubblicato da Blitz Quotidiano si legge che Gill ha spiegato che “il lavoro di preparazione per rispondere ai dazi reciproci di Trump continua ma finché questa pausa sarà in vigore, non annunceremo né presenteremo nulla”.

BlitzQuotidiano

 

Cosa prevede il “Bazooka europeo” contro i dazi Usa?

L’hanno chiamato “Bazooka europeo”, e sarebbero l’insieme delle iniziative che l’Europa metterà in campo contro l’America per rispondere alla guerra dei dazi del presidente Trump. Meglio sorvolare sulla scelta del nome, e andare nel merito dei contenuti con questo articolo pubblicato su Blitz Quotidiano. “Bruxelles ha nella fondina una lunga lista di controdazi tagliata su misura per colpire l’economia e la politica statunitense. Prodotti che fanno male a produttori specifici e che valgono circa 21 miliardi di euro, un po’ meno rispetto ai 26 previsti inizialmente per pareggiare i conti con Washington. Fuori dalla linea di fuoco restano però il bourbon, il vino, i superalcolici, i latticini, risparmiati sulla spinta diplomatica di Italia, Francia e Irlanda”. Ad oggi, comunque, la Ue ha sospeso per tre mesi tutto il percorso, per dare risposta positiva alla sospensione americana. Resta sullo sfondo la possibilità di una web tax.

BlitzQuotidiano

 

Maggioranza ed opposizione alla prova del voto sul riarmo europeo

In Europa, ancora una volta, l’Italia si è divisa sul paino del riarmo. Su Italia Oggi si legge infatti che “l’opposizione si spacca sul piano di riarmo europeo, presentando sei mozioni diverse. La maggioranza trova la quadra e vota un testo che non cita espressamente il piano di riarmo europeo per cui la Lega continua a dirsi contraria”. Dunque caos. L’opposizione allo sbando e la maggioranza che invece trova un escamotage che salva almeno le apparenze. Non è infatti un caso che il deputato della Lega Edoardo Ziello abbia dichiarato: ‘Manteniamo una posizione sempre contraria al piano di riarmo europeo della presidente von der Leyen, che sicuramente ci potrebbe portare in situazioni non di pace’. In questo articolo di Italia Oggi sono riportati i punti essenziali dei documenti votati in Europa, sia della maggioranza che dell’opposizione. Per leggerlo cliccare al link qua sotto.

ItaliaOggi

 

L’Europa vara i dazi al 25% ma li sospende per tre mesi, come hanno fatto gli Stati Uniti

L’Unione europea ha introdotto dei dazi al 25% su una serie di prodotti che arrivano dall’America. La votazione è avvenuta quasi all’unanimità, contraria ovviamente l’Ungheria di Orbán. L’Italia ha votato a favore, ufficializzando la frattura nel governo e nella maggioranza con la Lega. La procedura utilizzata per arrivare all’introduzione di questi dazi è la cosiddetta procedura di Comitatologia che coinvolge i rappresentanti dei Paesi membri nel dare parere formale su atti della Commissione europea. In questo articolo su Blitz Quotidiano si legge che “i dazi europei saranno riscossi in tre fasi per un valore totale stimato in 20,9 miliardi di euro. Questa struttura scaglionata ha lo scopo di bilanciare la pressione sulle importazioni statunitensi e offrire margine per eventuali negoziati futuri”. La reazione alla sospensione americana dei dazi per tre mesi, ha provocato la contro-sospensione europea anch’essa di tre mesi. La sospensione dei dazi Usa non vale per la Cina.

BlitzQuotidiano

 

Una web tax contro i dazi americani? L’Europa al bivio delle decisioni

Gli Stati Uniti continuano a camminare sulla strada dei dazi. L’Europa invece è davanti al bivio: controdazi o altro? “Entro il 10 maggio. Con una freccia da mettere nella faretra: una web tax. Ma con un incubo dal nome impressionante: stagflazione. Nelle intenzioni di Ursula von der Leyen la risposta della Commissione ai dazi di Trump non può essere, infatti, formulata dopo quella data. Quando cioè le prime due settimane borsistiche del prossimo mese saranno completate. Perché anche investitori e produttori devono avere idee chiare su quel che accadrà nei prossimi mesi. L’incertezza può rendere le quotazioni azionarie ancora più volatiti”. In questo articolo di Repubblica viene riportato quel che sta bollendo nella pentola dell’Unione europea. Una risposta ai dazi non semplice da dare, in mezzo al guado delle divisioni politiche e delle dinamiche economiche e finanziarie dalle quali nessuno si può sentire al riparo.

laRepubblica

 

L’Europa non abbandona l’idea di una web tax per le Big Tech Usa

L’Europa ha preparato il suo “bazooka” contro i dazi di Trump. Per adesso però è tutto sospeso. Cominceranno le negoziazioni e poi si vedrà. Ma sul tavolo della presidente von der Leyen c’è ancora la grande arma europea, l’eventuale web tax contro le Big Tech americane. “Secondo fonti comunitarie” si legge su Italia Oggi, “Bruxelles starebbe lavorando a una serie di strumenti, tra cui il possibile rilancio della web tax europea, rimasta in sospeso dopo il mancato accordo a livello Ue e successivamente accantonata per dare priorità alla riforma fiscale internazionale promossa dall’Ocse, articolata su due pilastri”. La web tax, continuando sulle metafore militaresche, sarebbe più di un “bazooka”, probabilmente “una bomba atomica”. L’Europa in questo momento è molto attenta a muoversi, sia per evitare ricadute economiche negative sulla comunità ma anche per mantenere il precario equilibrio politico sul quale si regge. La web tax non è ancora un arma ma è molto più di un tema.

ItaliaOggi

 

Nel Minnesota i democratici voglio tassare le piattaforme social più importanti

Quel che l’Unione europea stenta a fare, potrebbe diventare realtà negli Stati Uniti. CBS News scrive che “i principali esponenti del partito democratico del Minnesota nelle commissioni legislative fiscali vogliono che le piattaforme di social media più popolari paghino un sovrapprezzo per trarre profitto dai dati dei consumatori”. Una proposta di quelle che farebbero parecchio rumore, “sarebbe il primo del suo genere nel Paese. Le grandi aziende con oltre 1 milione di utenti pagherebbero 165.000 dollari al mese più 0,50 dollari a persona sui siti”. Un’iniziativa forte, una sorta di fuoco amico. Le grandi piattaforme si potrebbero quindi trovare in un contesto nel quale dall’Europa arriva la web tax per loro e dagli Usa sovrapprezzi da pagare. “Gli oppositori della misura avvertono che potrebbero violare una legge federale che impedisce l’introduzione di una tassa sull’accesso a internet o di qualsiasi imposta eccessiva sul commercio elettronico”.

CbsNews

 

 

Dazi, vini italiani, a rischio ricavi per 323 milioni

Il vino è tra i prodotti che più rischiano nella guerra commerciale dei dazi voluta dal Presidente Trump. Ed i produttori italiani ovviamente sono preoccupati. Il Presidente dell’Unione Italiana del Vino, Lamberto Frescobaldi, ha affermato che le imposte annunciate rischiano di far diminuire i ricavi di circa 323 milioni di euro. Ad esempio, si legge in questo articolo su Blitz Quotidiano, “con le imposte annunciate, il costo di una bottiglia di Prosecco di fascia media salirebbe da $ 10,99 a $12,99 nei negozi statunitensi. Probabilmente diventerà difficile vendere bottiglie di Prosecco che oggi costano $14-18 perché il loro prezzo salirà a $20. Alcuni produttori italiani, tuttavia, erano più ottimisti, affermando che i bevitori statunitensi amano i vini italiani e che è improbabile che li sostituiscano con alternative più economiche, nonostante i dazi.” Come si muoverà l’Europa? Tutto l’articolo di Blitz Quotidiano al link qua sotto.

BlitzQuotidiano

 

Arriva la ‘Gold Card’ di Trump

Mentre le borse di tutto il mondo sprofondano nell’abisso dei dazi, Donald Trump presenta la ‘gold card’ con la sua faccia per i ricchi. Ma cosa sarebbe questa nuova idea trumpiana? In sintesi: ti compri questa card, 5 milioni di dollari di costo, e automaticamente hai la residenza americana. Semplice no? Sul Corriere della Sera si legge che “il programma ‘visto d’oro’ è destinato ai milionari che desiderano stabilirsi nel paese e che godranno degli stessi privilegi dei residenti permanenti in possesso della carta verde. E anche qualcuno in più. A quanto riferito dai media, la carta consentirà ai titolari di non pagare tasse negli Usa sul loro reddito estero. La carta oro è pensata per sostituire l’attuale programma di visti per investitori stranieri EB-5, che consente di risiedere negli Stati Uniti in cambio di investimenti per la creazione di posti di lavoro superiori agli 800mila dollari in aree in difficoltà del Paese”.

CorriereDellaSera

 

Istat, nel quarto trimestre del 2024 la pressione fiscale in Italia è aumentata

Secondo i nuovi dati Istat nel quarto trimestre del 2024 la pressione fiscale nel nostro Paese è aumentata di 1,5 punti percentuale, assestandosi su un 50,6%. Una performance che non esalta. “Nello stesso periodo il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente”, si legge su Italia Oggi; “mentre i consumi sono cresciuti in termini nominali dello 0,7%. L’Istat nell’ultimo report evidenzia anche che nel 2024, la pressione fiscale si è attestata al 42, 6% del Pil, registrando un incremento di 1,2 punti percentuali rispetto ai 41,4 del 2023”. Ma è significativo anche un altro dato presentato da Istat, e cioè che “la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici nel quarto trimestre 2024 è passata al 8,5% dal 9,1% nel terzo trimestre dell’anno. Gli italiani non riescono più a risparmiare: meno reddito e più spese. Cosa rischia il ‘forziere italiano’?

ItaliaOggi

 

“Sale la pressione fiscale in Italia ma il bilancio pubblico migliora”

“La pressione fiscale in Italia ha superato il 50%. Ma il bilancio pubblico migliora e questo fa bene sperare”. Lo scrive Sergio Carli in questo articolo apparso su Blitz Quotidiano. “Il risvolto positivo è che nei quattro trimestri del 2024, in termini di incidenza sul Pil, il saldo primario è positivo, pari allo 0,4% (-3,6% nello stesso periodo del 2023). Vuol dire che abbiamo fatto un passo fuori dalla palude dove l’Italia finì, negli anni ’70, per allontanare i fantasmi della guerra sociale alimentati dal terrorismo, con una redistribuzione del reddito, un reddito che peraltro non c’era. Da qui un crescente debito, messo sotto il tappeto per entrare nell’euro, ma riemerso con gli interessi quando gli americani hanno presentato il conto e i tedeschi hanno imposto le loro regole contabili. Giustamente Giorgetti reagisce male”. Per leggere tutto l’articolo di Sergio Carli basta cliccare nel link qua sotto.

BlitzQuotidiano

 

Enel lancia un contest internazionale per un nuovo design delle turbine eoliche

Enel lancia WinDesign, un contest internazionale rivolto a studi di architettura, società di ingegneria, impese, start-up, università e studenti di tutto il mondo, con l’obiettivo di raccogliere nuove idee e soluzioni che integrino funzionalità, design, innovazione e sostenibilità nelle turbine eoliche. “Una sfida globale per dare un nuovo look all’energia sostenibile, con soluzioni che combinino avanzamento tecnologico e design” si legge in questo articolo pubblicato su Blitz Quotidiano. “Si è aperta ufficialmente la gara: la prima fase del contest prevede che disegni e progetti vengano depositati entro la mezzanotte del 16 giugno. I progetti che saranno ammessi alla fase successiva riceveranno un premio di 5.000 euro”, ma al vincitore finale ne andranno ben ben 250.000. Per accedere a tutto l’articolo pubblicato su Blitz Quotidiano basta cliccare sul link qua sotto.

BlitzQuotidiano

 

Con i dazi crollano gas e petrolio. Benzina e bollette potrebbero costare meno

I dazi americani stanno producendo molti effetti. Tra questi anche il crollo delle quotazioni di gas e petrolio. In prospettiva potrebbero costare meno benzina e bollette. Un piccolo vantaggio per le persone. Il meccanismo è semplice. “Tra gli effetti collaterali dei dazi statunitensi c’è anche il crollo delle quotazioni dei combustibili fossili. Il timore che le misure protezionistiche inneschino una recessione generalizzata, o quanto meno un deciso rallentamento della crescita economica, influenza anche petrolio e gas”, si legge in questo articolo del Fatto Quotidiano. Se diminuisce la crescita, a sua volta ci saranno meno consumi e “quindi meno domanda di barili e navi cariche di gnl. Il Brent, petrolio estratto nel mare del Nord che funge da riferimento per gli scambi europei, viene ora scambiato a 64,2 dollari al barile”. Cinque giorni fa era a 75 dollari. Questa situazione potrebbe portare ad un abbassamento del costo della benzina e delle bollette.

ilFattoQuotidiano

 

Maserati annulla la versione elettrica della MC20

La casa automobilistica Maserati decide di “annullare la versione elettrica della MC20: scarsa domanda, preferita la benzina, si doveva chiamare Folgore”. Lo si legge in questo articolo su Blitz Quotidiano a firma di Mario Tafuri. “Lanciata nel 2020, la MC20 da 630 cavalli è prodotta nella città natale di Maserati, Modena, nel Nord Italia, e ha un prezzo iniziale di circa 240.000 euro. La notizia è arrivata dopo che Stellantis, in un incontro con i sindacati a novembre, ha rifiutato di confermare i piani di elettrificazione precedentemente annunciati, apre una nuova scheda per Maserati”. Sempre nello stesso articolo su Blitz Quotidiano si legge che “il marchio ha venduto solo 11.300 veicoli l’anno scorso, in calo rispetto ai 26.600 del 2023, con una perdita operativa rettificata di 260 milioni di euro”. Per leggere tutto l’articolo di Mario Tafuri cliccare sul link qua sotto.

BlitzQuotidiano

 

Le case farmaceutiche chiedono riforme all’Unione europea

Le case farmaceutiche europee prendono al balzo la situazione ed attaccano l’Ue. Se non ci saranno regole più favorevoli sarebbero pronte alla grande fuga in America. “Al momento”, si legge sul Fatto Quotidiano, “i farmaci sono uno dei pochi prodotti esentati dai dazi statunitensi. La case farmaceutiche europee temono però che presto qualche barriera commerciale possa colpire anche i loro prodotti, così hanno chiesto interventi a Bruxelles per scongiurare quello che definiscono un rischio esodo verso gli Usa”. E la protesta non è da poco visti i nomi del fronte farmaceutico anti-Ue. “Tra i colossi europei che si sono rivolti a Bruxelles”, si legge ancora sul Fatto Quotidiano, “ci sono colossi del calibro di Bayer, Merck, Sanofi, Astrazeneca e Novartia”, un gruppo che sposta molto in termini di capitali e che potrebbe creare non pochi problemi all’Europa. Sarà capace la Comunità di garantire il cambiamento richiesto a gran voce?

BlitzQuotidiano

 

Dazi contro la Cina, Apple azioni in picchiata, perdono il 20%

La politica commerciale dei dazi americana sta rimodellando l’economia del mondo. Soprattutto quelli contro la Cina iniziano a produrre i loro primi effetti. Ad esempio le azioni di Apple, che assembla il suo iPhone proprio in Cina, sono crollate del 20%. Un guaio serio per Cupertino, che a questo punto dovrà capire se produrre in Cina è ancora un vantaggio per lei. Sul Fatto Quotidiano si legge che “secondo alcuni media Apple avrebbe spedito aerei carichi di iPhone dall’India e dalla Cina prima dell’entrata in vigore delle tariffe, assicurandosi una certa disponibilità di smartphones. L’amministratore delegato Tim Cook, starebbe cercando di ottenere delle esenzioni dai dazi. La Casa Bianca però preme perché la catena produttiva dei cellulari venga spostata negli Usa. Il Segretario al Commercio Howard Lutnick, il principale fautore dei dazi nell’entourage presidenziale, ha sottolineato come un rimpatrio della produzione creerebbe milioni di posti di lavoro”

ilFattoQuotidiano

 

 

Cala la produzione industriale tedesca: -1,3%, con tendenza stimata al -4%

Brutte notizie dalla Germania. L’ufficio federale di statistica tedesca ha reso noto che nel mese di febbraio è calata la produzione industriale del -1,3%. Un dato peggiore anche delle previsioni che si erano fermate a -0,9%. Le previsioni sulla tendenza della produzione industriale sono anche peggio, -4% circa. Situazione che non aiuta nessuno. Nonostante l’arrivo di ingenti risorse da investire nel rilancio complessivo del Paese, e che per farlo si è deciso di superare il mito del debito pubblico, nonostante tutto questo la produzione tedesca potrebbe entrare in crisi. Ed è un problema per tutti. C’è da capire se siamo veramente in presenza del declino del comparto industriale tedesco, la locomotiva europea. I primi dati sembrano escludere questa prospettiva, che non ci sia in divenire uno sprofondamento o meglio una contrazione della produzione. Mentre sul fronte delle esportazioni tedesche pre-dazi c’è da dire che sono aumentate, soprattutto verso gli Stati Uniti.

Reuters

 

La Germania taglia le previsioni di crescita per il 2025

La locomotiva dell’Europa, ovvero la Germania, non da segnali di ripresa, anzi. Gli ultimi dati parlano chiaro, per il 2025 le stime di crescita sono state tagliate allo 0,1%. “Gli istituti economici tedeschi”, scrive il Fatto Quotidiano, “vedono l’economia tedesca in una ‘profonda crisi’ e cambiano significativamente al ribasso le loro precedenti previsioni”. Ma sembrerebbe invece che “per l’anno 2026 è indicata una notevole accelerazione della crescita, che salirebbe all’1,3%. Nelle sue ultime previsioni il Fondo monetario internazionale indica per il pil tedesco un incremento dello 0,3% quest’anno e dell’1,1% il prossimo”. Da ricordare che la Germania ha deciso di scommette sul superamento del debito pubblico per provare a far cambiare tendenza alla propria economica. Il nuovo governo sente il fiato sul collo di AfD, che nei sondaggi sembrerebbe essere diventato il primo partito nel Paese. Per leggere l’articolo cliccare sul link qua sotto.

ilFattoQuotidiano

 

L’Italia dimezza le stime di crescita per il 2025, passiamo da 1,2% a 0,6%

L’Italia ha dimezzato le stime di crescita per il 2025. Adesso ci assestiamo su un misero +0,6%. Del resto, i tempi sono quello che sono. Pare pensarla così anche il Ministro Giorgetti il quale ha dichiarato che “questo Documento di finanza pubblica viene adottato in una situazione molto complessa sotto l’aspetto economico globale e quindi nei riflessi sull’economia nazionale. Questo rende molto complesso e difficile, perfino aleatorie, le previsioni non solo a lungo termine ma anche a breve”. Si legge sul Fatto Quotidiano che il ministro ha poi spiegato “Abbiamo deciso di adottare stime di crescita allineate a quelle recentemente ridotte da Banca d’Italia”. Di fatto l’Italia ha dimezzato la stima di crescita che era del 1,2%. Il deficit viene invece indicato al 3,3% del Pil per questo 2025. Situazione molto complicata, perché le cifre che ballano sono importanti. Anche la Germania ha fatto come noi. Eurozona in crisi ma non è una notizia.

ilFattoQuotidiano

 

Cala ancora la produzione industriale in Italia: si salva solo il settore energetico

Dati Istat registrano a febbraio che l’indice destagionalizzato della produzione industriale italiana diminuisce dello 0,9% rispetto a gennaio. Su Italia Oggi si legge che “il calo è diffuso ai principali raggruppamenti di industrie, con esclusione dell’energia. Risulta negativo anche l’andamento congiunturale complessivo nella media degli ultimi tre mesi. In termini tendenziali, al netto degli effetti di calendario, l’indice complessivo prosegue la lunga fase di flessione. La dinamica tendenziale è negativa per tutti i principali raggruppamenti di industrie, con l’eccezione dell’energia”. Dunque, regge solo l’energia, per il resto la produzione industriale continua a calare. Per molti questo spiegherebbe anche l’aumento dell’occupazione a basso salario. Comunque sia il segnale è di quelli che preoccupano, sul quale il governo si gioca molto. Il contesto internazionale poi non aiuta certo a migliorare la situazione. Si tratterà di capire come impatteranno, se arriveranno, gli eventuali dazi sulla produzione industriale italiana.

ItaliaOggi

 

Versace passa a Prada per 1,25 miliardi

Prada compra Versace. La cifra è da record: 1,25 miliardi. Su Qui Finanza si legge che “l’operazione non ha solo un valore iconico, con la fusione di due storici competitor di stile, sancisce la solidità marchio dal punto di vista finanziario. Basti pensare che il gruppo Prada comprende Miu Miu, Church’s, Car Shoe, Marchesi 1824, Luna Rossa, ed ora anche Versace”. L’Amministratore Delegato Andrea Guerra ha dichiarato che l’acquisizione rappresenta “un passo ulteriore nel percorso evolutivo del nostro gruppo e che Versace ha un potenziale enorme”. Nell’articolo si legge anche che “rimane in sospeso il destino di Jimmy Choo. Secondo fonti vicine alla trattativa, l’ipotesi iniziale prevedeva un investimento complessivo fino a 2 miliardi di euro qualora anche Jimmy Choo fosse rientrato nell’accordo”. Capri Holdings aveva acquistato Versace nel gennaio 2019 per una cifra superiore a 2,1 miliardi di dollari. Per leggere tutto l’articolo cliccare al link qua sotto.

QuiFinanza

 

“La mummia di Lenin”, il nuovo libro di Ezio Mauro

È disponibile nelle librerie il nuovo libro di Ezio Mauro: “La mummia di Lenin” è il titolo. “Mauro, per 20 anni direttore di Repubblica dopo aver diretto la Stampa, è stato per anni corrispondente da Mosca per Repubblica al tempo della Perestrojka e della crisi economica più nera e parla correntemente il russo” scrive Sergio Carli in questa recensione su Blitz Quotidiano. “Il libro raccoglie in modo organico le puntate uscite su Repubblica in occasione del centenario della morte di Lenin, avvenuta nel 1924. La lettura, ritmata dallo stile incalzante e paolino di Mauro, è avvincente. In quelle 196 pagine si scoprono le segrete vicende degli ultimi anni di vita di Lenin intrecciate con quelle della Rivoluzione sovietica. Sono pagine che aiutano a capire, meglio di un trattato, uno dei fatti decisivi del secolo scorso. Sullo sfondo si staglia la titanica figura di Stalin, gigante, eroe e criminale”.

BlitzQuotidiano

 

‘La locandina’ di Blitz Quotidiano consiglia Predator per la regia di John McTiernan

‘La locandina’ di Blitz Quotidiano consiglia la visione di Predator, per la regia di John McTiernan. “Un elicottero, con a bordo il ministro di un Paese alleato con gli Stati Uniti, viene abbattuto e precipita in una giungla. Il generale Philips e l’agente della CIA George Dillon (Carl Weathers), decidono così di convocare il maggiore Alan “Dutch” Schaefer (Arnold Schwarzenegger). La missione che gli viene affidata, alla quale parteciperà anche lo stesso Dillon, è quella di trovare l’elicottero e salvare il ministro, che si pensa sia stato catturato da un gruppo di guerriglieri antigovernativi”, scrive Giuseppe Avico nella sua recensione. “La mattina seguente, la squadra di Dillon e Schafer viene trasportata e lasciata nella giungla. Riescono rapidamente a individuare l’elicottero e i membri dell’equipaggio, constatando che sono stati tutti brutalmente uccisi. Prima di poter chiamare i mezzi di recupero, uno strano essere invisibile inizia a uccidere i membri della squadra di Schaefer”.

BlitzQuotidiano

 

In arrivo la quinta stagione di The Chosen, la serie su Gesù

In arrivo la quinta stagione della serie su Gesù, The Chosen. In anteprima pre pasquale i primi due episodi al cinema. Sul Fatto Quotidiano si legge che in programmazione ci saranno “primo e secondo episodio della quinta stagione che riavvolgono i fili del narrato durante la Settimana Santa: l’arrivo di Gesù con i discepoli a Gerusalemme e l’ira di Cristo tra i banchetti dei mercati del Tempio. Il tutto condito con rapide introduzioni in entrambi gli episodi direttamente da quell’ultima cena dove Gesù anticipa ulteriori accadimenti prossimi futuri per Pietro, Giovanni, Giuda &co.”. Le date previste sono quelle comprese dal 10 al 16 aprile. La serie è distribuita da Nexo con la regia di Dallas Jenkins. Evidenzia il Fatto Quotidiano che la serie “ha raggiunto nei primi quattro anni di vita ben 280 milioni di spettatori”. Un successo straordinario, che inserisce questa serie tra quelle più viste di sempre.

ilFattoQuotidiano

 

Le parole di Gesù sono un’autentica rivoluzione. In una raccolta su Amazon quelle più belle

“Puoi credere o non credere in Dio, puoi credere o non credere che Gesù sia figlio di Dio, puoi credere o non credere che morendo sulla croce Gesù abbia redento l’umanità dal peccato originale di Adamo (cristiani attenti, tenete presente che non è una amnistia anticipata, se pecchi pecchi). Ma le parole di Gesù arrivate fino a noi sono qualcosa di sublime a prescindere. Sono un’autentica rivoluzione”. Lo si legge su Blitz Quotidiano, ed il riferimento è ad un libretto pubblicato su Amazon, proprio sulle parole di Gesù. “Alcune parti dei Vangeli suonano lontane all’orecchio occidentale di oggi, altre sono un po’ troppo estreme, contingenti, altre adatte a un’epoca molto lontana da noi per condizioni, distribuzione di ricchezza e rispetto della vita. Ma quelle raccolte qui hanno un valore universale, sono lucide, brillanti e valgono anche e forse soprattutto nel ventunesimo secolo”. Per andare all’articolo cliccare nel link qua sotto.

BlitzQuotidiano

 

“Fanno la fila per baciarmi il c…” e poi sospende i dazi, Trump tutto in una giornata

E dopo tanto rumore il presidente Trump ha detto Stop ai dazi, tutto sospeso per 3 mesi tranne per la Cina. Ma qualche ora prima aveva dichiarato che “fanno la fila per baciarmi il c…”. Saranno stati i 10mila miliardi di dollari bruciati in poche ore sui mercati o i rischi sull’insostenibilità del debito, fatto sta che con una mossa a sorpresa “che appare un vero e proprio dietrofront, Trump ha annunciato su Truth che sospende immediatamente per tre mesi, nel giorno della loro entrata in vigore, i dazi reciproci ai Paesi che hanno manifestato l’intenzione di negoziare, mantenendo però per tutti la tariffa base del 10%” si legge in questo articolo pubblicato su Blitz Quotidiano. “Certo è che l’ineffabile Mr Presidente nell’arco di una giornata è riuscito a insolentire il resto del mondo, rinculare, a proposito, sulla decisione come nulla fosse, vantarsene infine ‘Ci vuole coraggio a fare quello che ho fatto’ ha dichiarato”.

BlitzQuotidiano

Per Meloni missione disperata: Trump plurisospettato ha portato gli USA alla recessione, guai anche per l’Italia

Trump sommerso dai sospetti ha portato l’America alla recessione, saranno guai anche per l’Italia, già in crisi indotta dalla Germania: per Meloni missione disperata.

Economia italiana in crescita moderata, le famiglie consumano meno e risparmiano di più

Oroscopo del 2025, che anno sarà? Le previsioni segno per segno

Nel Minnesota i democratici voglio tassare le piattaforme social più importanti

Quel che l’Unione europea stenta a fare, potrebbe diventare realtà negli Stati Uniti. CBS News scrive che “i principali esponenti del partito democratico del Minnesota nelle commissioni legislative fiscali vogliono che le piattaforme di social media più popolari paghino un sovrapprezzo per trarre profitto dai dati dei consumatori”. Una proposta di quelle che farebbero parecchio rumore, “sarebbe il primo del suo genere nel Paese. Le grandi aziende con oltre 1 milione di utenti pagherebbero 165.000 dollari al mese più 0,50 dollari a persona sui siti”. Un’iniziativa forte, una sorta di fuoco amico. Le grandi piattaforme si potrebbero quindi trovare in un contesto nel quale dall’Europa arriva la web tax per loro e dagli Usa sovrapprezzi da pagare. “Gli oppositori della misura avvertono che potrebbero violare una legge federale che impedisce l’introduzione di una tassa sull’accesso a internet o di qualsiasi imposta eccessiva sul commercio elettronico”.

CbsNews

Cala ancora la produzione industriale in Italia: si salva solo il settore energetico

Dati Istat registrano a febbraio che l’indice destagionalizzato della produzione industriale italiana diminuisce dello 0,9% rispetto a gennaio. Su Italia Oggi si legge che “il calo è diffuso ai principali raggruppamenti di industrie, con esclusione dell’energia. Risulta negativo anche l’andamento congiunturale complessivo nella media degli ultimi tre mesi. In termini tendenziali, al netto degli effetti di calendario, l’indice complessivo prosegue la lunga fase di flessione. La dinamica tendenziale è negativa per tutti i principali raggruppamenti di industrie, con l’eccezione dell’energia”. Dunque, regge solo l’energia, per il resto la produzione industriale continua a calare. Per molti questo spiegherebbe anche l’aumento dell’occupazione a basso salario. Comunque sia il segnale è di quelli che preoccupano, sul quale il governo si gioca molto. Il contesto internazionale poi non aiuta certo a migliorare la situazione. Si tratterà di capire come impatteranno, se arriveranno, gli eventuali dazi sulla produzione industriale italiana.

ItaliaOggi

L’Europa non abbandona l’idea di una web tax per le Big Tech Usa

L’Europa ha preparato il suo “bazooka” contro i dazi di Trump. Per adesso però è tutto sospeso. Cominceranno le negoziazioni e poi si vedrà. Ma sul tavolo della presidente von der Leyen c’è ancora la grande arma europea, l’eventuale web tax contro le Big Tech americane. “Secondo fonti comunitarie” si legge su Italia Oggi, “Bruxelles starebbe lavorando a una serie di strumenti, tra cui il possibile rilancio della web tax europea, rimasta in sospeso dopo il mancato accordo a livello Ue e successivamente accantonata per dare priorità alla riforma fiscale internazionale promossa dall’Ocse, articolata su due pilastri”. La web tax, continuando sulle metafore militaresche, sarebbe più di un “bazooka”, probabilmente “una bomba atomica”. L’Europa in questo momento è molto attenta a muoversi, sia per evitare ricadute economiche negative sulla comunità ma anche per mantenere il precario equilibrio politico sul quale si regge. La web tax non è ancora un arma ma è molto più di un tema.

ItaliaOggi

L’Italia dimezza le stime di crescita per il 2025, passiamo da 1,2% a 0,6%

L’Italia ha dimezzato le stime di crescita per il 2025. Adesso ci assestiamo su un misero +0,6%. Del resto, i tempi sono quello che sono. Pare pensarla così anche il Ministro Giorgetti il quale ha dichiarato che “questo Documento di finanza pubblica viene adottato in una situazione molto complessa sotto l’aspetto economico globale e quindi nei riflessi sull’economia nazionale. Questo rende molto complesso e difficile, perfino aleatorie, le previsioni non solo a lungo termine ma anche a breve”. Si legge sul Fatto Quotidiano che il ministro ha poi spiegato “Abbiamo deciso di adottare stime di crescita allineate a quelle recentemente ridotte da Banca d’Italia”. Di fatto l’Italia ha dimezzato la stima di crescita che era del 1,2%. Il deficit viene invece indicato al 3,3% del Pil per questo 2025. Situazione molto complicata, perché le cifre che ballano sono importanti. Anche la Germania ha fatto come noi. Eurozona in crisi ma non è una notizia.

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La Germania taglia le previsioni di crescita per il 2025

La locomotiva dell’Europa, ovvero la Germania, non da segnali di ripresa, anzi. Gli ultimi dati parlano chiaro, per il 2025 le stime di crescita sono state tagliate allo 0,1%. “Gli istituti economici tedeschi”, scrive il Fatto Quotidiano, “vedono l’economia tedesca in una ‘profonda crisi’ e cambiano significativamente al ribasso le loro precedenti previsioni”. Ma sembrerebbe invece che “per l’anno 2026 è indicata una notevole accelerazione della crescita, che salirebbe all’1,3%. Nelle sue ultime previsioni il Fondo monetario internazionale indica per il pil tedesco un incremento dello 0,3% quest’anno e dell’1,1% il prossimo”. Da ricordare che la Germania ha deciso di scommette sul superamento del debito pubblico per provare a far cambiare tendenza alla propria economica. Il nuovo governo sente il fiato sul collo di AfD, che nei sondaggi sembrerebbe essere diventato il primo partito nel Paese. Per leggere l’articolo cliccare sul link qua sotto.

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