È morto lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, aveva 89 anni. A comunicare la scomparsa è stato direttamente il figlio sul profilo ufficiale di X. Premio Nobel 2010, Mario Vargas Llosa era l’ultimo superstite della grande letteratura latinoamericana del ‘900. Diceva che Gustave Flaubert era il suo punto di riferimento, che averlo letto in qualche modo gli aveva cambiato la vita. La scrittura di Mario Vargas Llosa era di quelle pungenti, che non lasciava spazio per il superfluo e che restituiva al lettore la realtà senza nessun filtro. Del realismo magico aveva poco, ma riusciva ugualmente a creare uno spazio nel quale il romanzo emergeva nel suo essere strumento per andare oltre la realtà. Forse era l’umorismo il suo valore aggiunto, ma sempre dentro la rigorosità letteraria delle parole che scriveva. Tra i suoi romanzi più riusciti c’è sicuramente “Avventure della ragazza cattiva”, “La zia Julia e lo scribacchino” e “La città e i cani”.
Adam Schiff, senatore democratico, chiede al Congresso un’indagine per capire se Trump abbia falsato il mercato
I democratici americani sugli scudi. Dopo l’attacco per insider trading del membro democratico alla Camera Steven Horsford, arriva adesso l’affondo del senatore Adam Schiff. Su Blitz Quotidiano si legge che il senatore “ha chiesto al Congresso di avviare un’indagine per verificare se il presidente Donald Trump abbia commesso atti di insider trading o manipolazione del mercato. Questo in seguito alla sospensione improvvisa di una serie di dazi, che ha provocato un’impennata dei prezzi delle azioni. La decisione è stata presa dopo che, poco prima dell’apertura dei mercati, Trump aveva pubblicato su Truth Social un invito ad acquistare azioni. ‘Farò del mio meglio per scoprirlo’, ha dichiarato Schiff in un’intervista al Time. ‘Le monete dei meme di famiglia e altre simili operazioni non sono esenti da insider trading o da arricchimento personale. Spero di avere risposte presto”, ha proseguito il senatore democratico. L’articolo di Blitz Quotidiano nel link qua sotto.
Steven Horsford, onorevole alla Camera per i democratici, attacca Trump
Il presidente americano Trump è sotto gli attacchi dei democratici per il sospetto di insider trading. Ad accusarlo pesantemente Steven Horsford, membro democratico della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti. “È una manipolazione del mercato? Se non lo è, cos’è? Chi ne trae vantaggio? Quale miliardario è appena diventato più ricco?” ha domandato retoricamente il rappresentante democratico alla Camera al rappresentante commerciale Usa della Casa Bianca, Jamieson Greer . Ricordiamo che il tycoon aveva scritto sul social di sua proprietà Truth, una frase particolare, ‘questo è un ottimo momento per comprare’, salvo poi in serata la decisione di congelare le tariffe protezionistiche per 90 giorni. Chi ha seguito il consiglio si è sicuramente arricchito. I sospetti ci sono tutti, e i democratici americani, che cercano di rialzarsi dopo la dolorosa caduta elettorale, alzano le baionette verse il cielo. Nel link qua sotto il video dell’intervento del membro democratico Steven Horsford.
Trump ha commesso insider trading? I democratici all’attacco
“Mentre era in corso la bufera sui mercati provocata dai dazi su Truth, il social media di sua proprietà, Donald Trump ha scritto: ‘This is a great time to buy!!! (questo è un ottimo momento per comprare)’. Poi in serata è arrivata la decisione di congelare le tariffe protezionistiche per 90 giorni con tutti i paesi tranne che con la Cina”, si legge su Blitz Quotidiano. Insider trading? Ovviamente i democratici accusano il presidente di averlo farlo. Ma cos’è insider trading? In sintesi è quando avviene una “compravendita di titoli di una determinata società da parte di soggetti che, per la loro posizione all’interno della stessa o per la loro attività professionale, sono in possesso di informazioni riservate. In particolare ciò permette a chi ha queste informazioni di vendere azioni quando si sa che di li a poco crolleranno oppure di acquistarne a basso prezzo quando poi si sa che il loro valore crescerà.
Il dollaro perde in due mesi il 6% del suo valore rispetto all’euro
La fiducia è tutto, anche in economia, e soprattutto nei mercati finanziari. Ne sanno qualcosa gli Stati Uniti. Negli ultimi due mesi il dollaro ha perso oltre il 6% del suo valore rispetto all’euro e notevolmente deprezzato anche nei confronti di franco svizzero e sterlina. Del resto, l’arrivo di Trump e soprattutto la sua politica commerciale non potevano creare solo che incertezza. E la quotazione del dollaro ne ha risentito. Sul Fatto Quotidiano si legge che “una variazione del 6% può sembrare poca cosa se rapportata ai vorticosi movimenti dei listini azionari. Ma quelli valutari, del dollaro e dell’euro in particolare, sono mercati giganteschi su cui ogni giorno si scambiano trilioni. Solo tra euro e dollaro scambi quotidiani per circa 6mila miliardi. Questo vuol dire che per spostare anche di pochissimo i rapporti di cambio servono gigantesche quantità di denaro”. Gli Stati Uniti rischiano la recessione e questo è un pericolo per tutti, come nel 2008.
Il suk di Trump, il grande gioco di Putin, così fa gli interessi americani servendo la Russia
Il suk di Trump, il grande gioco di Putin, gli interessi si sposano. Trump ha spiazzato tutti con i super dazi, per poi aprire 90 tavoli di trattativa, obiettivo 10-15 per cento: lo conforta la teoria fiscale di Reagan di 40 anni fa. Ha bisogno di soldi per coprire il deficit spaventoso degli USA ma non può aumentare le tasse e cerca di spremere i commerci internazionali. Ma insiste contro la Cina, il grande nemico storico della Russia, la linea è il Great Game che condizionò l’800, come raccontato da Kipling. Così fa felice Putin che lo tiene al guinzaglio e si fa un baffo dei progetti di pace americani, mentre aspetta che un altro nemico storico, l’Iran-Persia, si inginocchi.
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Economia italiana, qualche soldo in più alle famiglie ma che vanno nel risparmio
Segnali di miglioramento dell’economia italiana? In questo articolo pubblicato su Italia Oggi si legge che “nell’anno appena trascorso le famiglie hanno consumato di meno e risparmiato di più. Nel 2024 la crescita dell’economia italiana è stata modesta, attestandosi allo 0,7%, in linea con l’anno precedente ma, per la prima volta dal 2021, inferiore alla media dell’area dell’euro”. Ad affermarlo l’Ufficio parlamentare di bilancio che ha pubblicato la Nota sulla congiuntura di aprile 2025. Tra le altre cose la Nota indica che “sul fronte dei consumi, le famiglie nel 2024 hanno recuperato potere d’acquisto ma è aumentata la cautela negli acquisti quindi e la propensione al risparmio. Nel primo trimestre, secondo le elaborazioni dell’UPB la variazione acquisita sull’indicatore dei consumi (in volume e destagionalizzato) di Confcommercio sarebbe negativa di tre decimi di punto percentuale”. Dunque qualche soldo in più per le famiglie ma che va nel risparmio. L’articolo di Italia Oggi al link qua sotto.
Arriva la recessione? Negli Stati Uniti si comincia a spendere meno per parrucchieri ed estetiste
Il CEO di Black Rock, Larry Fink, prevede una recessione per gli Stati Uniti. Ma quale indicatore può darci un’idea di quel che potrà accadere? In questo articolo di Bloomberg se ne individua uno. “Mi sento molto come nel 2008, ha detto Christy Powers, che ha attraversato tre crisi economiche dal 1999. Operando da Frederick, nel Maryland, a un viaggio in treno pendolare da Washington, Powers ha detto che sempre più clienti, soprattutto la grande fetta di dipendenti federali, ‘vengono a raccontarmi quanto siano stressati’. Altri stanno interrompendo le spese per una serie di servizi per risparmiare. Powers è una consulente finanziaria? Un’agente immobiliare? No: è una massaggiatrice, e lei e i suoi colleghi che lavorano nei settori della bellezza, dei capelli e della cura della persona, hanno assistito in prima persona ad alcuni dei primi possibili segnali che gli Stati Uniti stanno precipitando in recessione”.
Ministro Foti: ““L’Italia deve avere una sua strategia, inserita in quella europea”
Giovedì la Meloni incontrerà alla Casa Bianca Donald Trump. Le polemiche che accompagnano questo bilaterale sono molte. Una di queste riguarda il fantomatico ‘mandato europeo’ che non abbiamo ancora capito se c’è o non c’è e se quindi la Meloni andrà nello Studio Ovale in nome dell’Italia o dell’Europa. In questo articolo pubblicato su Blitz Quotidiano si legge che “intervistato dalla Stampa, il ministro agli Affari Europei Tommaso Foti spiega che ‘questo governo ha sempre detto che le mosse di Trump erano un’evidente modalità per aprire una trattativa. Credo che il presidente americano abbia giocato le sue carte: ha fatto ciò che riteneva utile per il suo interesse. La richiesta generalizzata di privilegiare il dialogo gli ha probabilmente offerto il pretesto per cambiare rotta’”. Ma la frase più importante forse arriva dopo: “L’Italia deve avere una sua strategia, inserita in quella europea”. L’articolo di Blitz Quotidiano citato è al link qua sotto.
Per il CEO di Black Rock, Larry Fink, gli USA vicini alla recessione
Continuano i giudizi negativi sulla politica economica e soprattutto commerciale di Donald Trump. A dire la sua questa volta è il CEO di BlackRock, Larry Fink. “I timori di un rallentamento economico sono aumentati drasticamente da quando il presidente Donald Trump ha annunciato la scorsa settimana l’introduzione di dazi doganali su larga scala, innescando una svendita sul mercato azionario. Mercoledì Trump ha annunciato la sospensione di alcune di queste imposte sulle importazioni per 90 giorni, ma questa decisione non è stata sufficiente a ripristinare la fiducia nell’economia, ha affermato Fink”. Dichiarazioni importanti che danno il segno di una tendenza che forse non potrà subire modifiche, almeno dal punto di vista della fiducia verso questa nuova Presidenza americana. “Penso che assisteremo, in generale, a un rallentamento finché non ci sarà maggiore certezza. E ora abbiamo una pausa di 90 giorni sui dazi reciproci, il che significa un’incertezza più lunga e più elevata” ha ribadito Fink.