Scende il costo della benzina, 1,731 al litro

Prosegue il calo dei prezzi dei carburanti. Ogni tanto arriva anche qualche buona notizia. In questo articolo su Blitz Quotidiano si legge che “il prezzo medio della benzina in modalità self service è ai minimi da oltre due anni. Per trovare un livello più basso bisogna infatti tornare a fine dicembre 2022, quando però era ancora in vigore il taglio delle accise”. Dunque spenderemo di meno. “Arretra ulteriormente anche il diesel self, tornato sui livelli di inizio ottobre 2024. In base all’elaborazione di Quotidiano Energia dei dati dell’Osservaprezzi del Mimit, il prezzo medio nazionale praticato della benzina in modalità self è 1,731 euro al litro (1,736 la rilevazione del 14 aprile), con le compagnie tra 1,719 e 1,738 euro al litro (no logo 1,729). Anche il tema delle accise è uno di quelli argomenti mai domi e che accendono sempre il dibattito tra maggioranza ed opposizione.

BlitzQuotidiano

Trump dice No alla proposta dell’Ue di zero dazi sull’industria ma il negoziato continua

Ancora un altro No dagli Stati Uniti. Il negoziato con l’Europa va avanti ma per adesso risultati pochi. Questa volta Trump non ha accettato la proposta di zero dazi all’industria. Sull’Ansa si legge che “nel corso degli incontri di ieri del commissario Ue al Commercio, sul tavolo sono stati posti ‘la nostra offerta di lavorare per ottenere tariffe reciproche zero per zero per tutti i beni industriali, comprese le automobili, il tema della sovraccapacità globale nei settori dell’acciaio e dell’alluminio, la resilienza delle nostre catene di approvvigionamento nei semiconduttori e nei prodotti farmaceutici”. Una bella lista di questioni alle quali però diventa sempre più complicato dare risposta. Anche perché la partita che si gioca non è solo economica ma anche politica, soprattutto per l’Europa ed i suoi equilibri interni. Saranno 90 giorni lunghi e difficili, e nel mezzo molte difficoltà che potrebbero ostacolare i negoziati.

Ansa

Gli umani sono a rischio estinzione, l’intelligenza artificiale prevarrà?

L’intelligenza artificiale supererà l’uomo, è solo questione di tempo. E c’è chi ha già segnato una data, il 2027. Secondo uno studio condotto da Daniel Kokotajlo, che ha lasciato la società di Altman nel 2024, noi umani siamo a rischio estinzione. Sul Corriere della Sera si legge che “l’umanità si trova davanti ad un bivio. Da un lato, rallentare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale per contenere il rischio che un giorno si ribelli agli esseri umani. Dall’altro, continuare con una politica di laissez faire per tenere testa agli avanzamenti tecnologici cinesi. Uno di questi scenari porta alla distruzione dell’umanità, l’altro a una civiltà intergalattica basata su pace e armonia”. È questo uno dei problemi centrali del nostro tempo. “Nel 2027 si concentrerà l’esplosione delle intelligenze artificiali”. Il 2027 sarà veramente l’anno del superamento? Uomo vs Intelligenza Artificiale, i romanzi divengono realtà. Al link qua sotto tutto l’articolo del Corriere della Sera.

CorriereDellaSera

Stati Uniti vs Cina, chi ha in mano le carte migliori?

Ormai appare evidente. La vera partita è tra Stati Uniti e Cina. Tutto il resto è un contorno più o meno importante. Ma chi ha le carte migliori in mano tra le due superpotenze? Secondo questo articolo pubblicato su Mns, Xi sarebbe avvantaggiato su Trump. “Un sistema autoritario, strettamente controllato dal Partito Comunista Cinese, è probabilmente più preparato ad assorbire un periodo di difficoltà politiche ed economiche rispetto agli Stati Uniti, dove le turbolenze economiche si traducono rapidamente in pressioni politiche. Xi è perfettamente in grado di commettere gravi errori e la gestione cinese della pandemia di Covid-19 lo ha dimostrato”, si legge ancora nell’articolo, “ma i cinesi si preparano da tempo a uno scontro commerciale con gli Stati Uniti e hanno valutato attentamente le loro opzioni. Al contrario, la Casa Bianca sta arrangiandosi di conseguenza. Trump sì è giocato una mano perdente. Prima o poi dovrà arrendersi. L’arte del patto da manuale!”

Msn

Per il presidente di Stellantis, John Elkann, il mercato dell’automobile è a rischio

Stellantis era già in difficoltà per la crisi del mercato dell’automobile. Adesso arrivano anche i dazi a complicare la situazione. Si legge su Repubblica che in apertura dell’assemblea annuale, il presidente Elkann “punta il dito sulle tariffe negli Usa e sul percorso verso la mobilità a zero emissioni in Europa. E spera nella sospensione del 25% extra alla dogana americana: ‘Siamo incoraggiati da quanto indicato dal presidente Trump per l’industria automobilistica”. Elkann ha poi aggiunto parlando agli azionisti e riferendosi ad un eventuale fallimento dei negoziati che “sarebbe una tragedia, perché l’industria automobilistica è fonte di posti di lavoro, innovazione e comunità forti. Ma non è troppo tardi se gli Stati Uniti e l’Europa intraprendono le azioni urgenti necessarie per promuovere una transizione ordinaria. Quest’anno, per la prima volta, il mercato automobilistico cinese sarà più grande di quello americano ed europeo messi insieme”. Il grande dragone fa paura.

laRepubblica

Trump deve fare gli accordi, altrimenti Putin si arrabbia: il caos dazi ha colpito il petrolio, Russia in crisi

Trump, mercante in fiera: deve fare 90 accordi in 90 giorni, altrimenti Putin si arrabbia: il caos dazi ha colpito il petrolio e ha messo in crisi la Russia.

Guerra commerciale dei dazi. Trump potrebbe esentare temporaneamente le case automobilistiche

Chissà come finirà la storia dei dazi. Per adesso è un bel giro sulle montagne russe. In questo articolo su Blitz Quotidiano si legge che Donald Trump potrebbe “esentare temporaneamente le case automobilistiche dalle tariffe per dare loro il tempo di adattare le proprie catene di approvvigionamento”. Ma è tutto da vedere. “Sto valutando una soluzione che possa aiutare alcune case automobilistiche in questo senso, ha detto spiegando che esse hanno bisogno di tempo per trasferire la produzione da Canada, Messico e altri paesi”. Perché ormai è chiaro quasi a tutti che l’obiettivo è di riportare la produzione dentro gli Stati Uniti, ovvero strangolare la globalizzazione nel suo elemento cardine. È in quest’accezione che deve intendersi l’affermazione che la globalizzazione potrebbe avere le ore contate. Di certo, il settore automobilistico già in crisi, non smaniava dalla voglia di dover risolvere anche il problema dei dazi.

BlitzQuotidiano

PostePay presenta un nuovo prodotto per le soluzioni di pagamento

PostePay, la società di Poste Italiane leader dei pagamenti digitali in Italia e dell’e-commerce con oltre 30 milioni di carte, presenta al Netcomm Forum innovative soluzioni di pagamento. C’è da dire, più in generale, che Poste Italiane vive un periodo di grande sviluppo. È di pochi giorni fa l’ingresso in quota di maggioranza dentro Tim che ha permesso di farla tornare italiana dopo gli anni dei francesi di Vivendi. Adesso arriva questo nuovo investimento, che, in questo articolo di Blitz Quotidiano, si legge avere come obiettivo di garantire una ‘Great Shopping Experience’, mettendo a disposizione dei propri clienti la ‘everyday platform’ e l’ampia offerta di prodotti e servizi. In ambito retail, grazie alle sue soluzioni innovative, PostePay ha già conquistato 20 milioni di clienti e il suo prodotto flagship, la carta Postepay Evolution, viene oggi utilizzata da oltre 10 milioni di Italiani”.

BlitzQuotidiano

Recessione a causa dei dazi? Non per le grandi banche di Wall Street

Qualcuno in questo caos generale dei dazi ci guadagna? Certo. In questo articolo pubblicato su Quartz si legge che le banche di Wall Street stanno traendo profitti da questa guerra commerciale. “Le banche stanno facendo soldi sfruttando la crisi del mercato azionario. Goldman Sachs, JPMorgan Chase e Morgan Stanley hanno generato oltre 12 miliardi di dollari di ricavi dalle negoziazioni azionarie nell’ultimo trimestre. Questo dato supera il picco del boom del trading post-pandemico”. Ma non è una novità, c’è sempre qualcuno che fa affari. “Finora, l’attività sta andando molto bene e ci clienti sono molto attivi, ha dichiarato agli analisti David Solomon, CEO di Goldman Sachs. Questa attività è alimentata dagli investitori che si affrettano a ricalibrare i portafogli a ogni nuovo segnale su come potrebbero evolversi i piani tariffari del presidente Donald Trump”. Meccanismo infernale, ma da queste fiamme, per molti, nascono ricchezze.

Quartz

La Ue non si fida più degli Stati Uniti: pc e cellulari usa e getta per evitare rischi spionaggio

Anche dalle piccole cose si capisce che il clima tra Unione europea e Stati Uniti è cambiato. Ad esempio, si legge su Blitz Quotidiano, e la notizia è stata riportata dal Finalcial Times, sembrerebbe che “per evitare il rischio di spionaggio, la Commissione europea ha deciso di distribuire telefonini e computer portatili usa e getta ai propri funzionari negli Stati Uniti, una precauzione finora riservata ai viaggi in Cina”. Precauzione non di poco conto, che ovviamente James Bond non si sarebbe preoccupato di seguire. Ma c’è poco da scherzare perché “il trattamento riservato agli Stati Uniti come potenziale minaccia alla sicurezza evidenzia il deterioramento delle relazioni transatlantiche dopo il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, sottolinea il quotidiano finanziario britannico, riportando le parole di un funzionario della Commissione europea secondo cui i vertici di Bruxelles sono preoccupati che Washington possa intromettersi nei sistemi interni Ue”. C’è di che preoccuparsi.

BlitzQuotidiano