Quel che l’Unione europea stenta a fare, potrebbe diventare realtà negli Stati Uniti. CBS News scrive che “i principali esponenti del partito democratico del Minnesota nelle commissioni legislative fiscali vogliono che le piattaforme di social media più popolari paghino un sovrapprezzo per trarre profitto dai dati dei consumatori”. Una proposta di quelle che farebbero parecchio rumore, “sarebbe il primo del suo genere nel Paese. Le grandi aziende con oltre 1 milione di utenti pagherebbero 165.000 dollari al mese più 0,50 dollari a persona sui siti”. Un’iniziativa forte, una sorta di fuoco amico. Le grandi piattaforme si potrebbero quindi trovare in un contesto nel quale dall’Europa arriva la web tax per loro e dagli Usa sovrapprezzi da pagare. “Gli oppositori della misura avvertono che potrebbero violare una legge federale che impedisce l’introduzione di una tassa sull’accesso a internet o di qualsiasi imposta eccessiva sul commercio elettronico”.